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Caso Equalize, la svolta mafiosa dell’inchiesta: arrestato il pentito della ‘ndrangheta stragista Nunziatino Romeo

Il collaboratore di giustizia sarebbe stato ingaggiato, per tramite di Equalize e della cosca Barbaro-Papalia, dall’immobiliarista Lorenzo Sbraccia: l’obiettivo era estorcere uno “sconto” di 30 milioni ai costruttori Morrerlini per dei lavori di ristrutturazioni in provincia di Milano

L'arresto è stato eseguito dai carabinieri del Raggruppamento operativo speciale (foto di repertorio)

L'arresto è stato eseguito dai carabinieri del Raggruppamento operativo speciale (foto di repertorio)

Milano – Continuano ad allargarsi i filoni d’inchiesta sul presunto spionaggio illegale a danni di politici e imprenditori messo in atto dall’agenzia Equalize. Lunedì è stato arrestato Nunziatino Romeo, un collaboratore di giustizia delle cosiddetta ‘ndrangheta stragista legato alla famiglia mafiosa Barbaro-Papalia: l’accusa sarebbe di tentata estorsione con l’aggravante mafiosa e tentata violenza privata. L’uomo è stato trasferito al carcere di Opera.

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La ‘ndrangheta connection

Secondo gli inquirenti, Romeo sarebbe stato il “braccio armato” dell’imprenditore e immobiliarista romano Lorenzo Sbraccia, proprietario della società Fenice indagato con l’accusa di tentata estorsione ai danni degli imprenditori concorrenti Morrerlini, titolari della G&G Costruzioni. Insieme a Sbraccia è indagato anche Umberto Buccarelli, legale di Fenice: l’ipotesi è associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso. Sbraccia, peraltro, è indagato anche nel filone principale dell’inchiesta Equalize per associazione a delinquere finalizzata ai presunti accessi abusivi alle banche dati.

Dalle investigazioni emerge una presunta connessione tra l’immobiliarista, l’agenzia Equalize e la cosca mafiosa Barbaro-Papalia. In sostanza, l’azienda G&G Costruzioni dei Morrerlini aveva un contratto con Fenice per alcuni lavori di ristrutturazione di immobili a Pieve Emanuele, in provincia di Milano (realizzati col bonus 110 per cento). Dai costruttori, Sbraccia voleva uno “sconto” di circa 30 milioni di euro per quei lavori. E per ottenerlo avrebbe contattato Equalize, che a sua volta avrebbe ingaggiato la cosca di ‘ndrangheta Barbaro e la famiglia mafiosa avrebbe scelto Nunziatino Romeo come esecutore materiale della tentata estorsione.

Le inchieste e gli indagati

Quell’azione estorsiva sarebbe stata quindi richiesta da Sbraccia, per il quale la Direzione distrettuale antimafia ha già chiesto al Riesame la custodia in carcere (negata dal giudice) per l’inchiesta sulle presunte cyber-spie. Indagine in cui è indagato anche Enrico Pazzali – presidente della Fondazione Fiera Milano – per il quale la Procura ha chiesto i domiciliari (bocciati dal giudice).

Sempre in questa tranche di indagine, per fatti che risalgono al 2023, sono indagati anche l’hacker Nunzio Samuele Calamucci, del gruppo operativo di Equalize che era guidato da Carmine Gallo (morto il 9 marzo), Giuseppe Trimboli, Francesco e Pasquale Barbaro e Fulvio Cilisto.

L’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Romeo è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari di Milano Fabrizio Filice su richiesta del pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia Francesco De Tommasi. Nell’operazione, eseguita dal Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri, sono state eseguite anche una decina di perquisizioni

L’inchiesta su Equalize

L’inchiesta sui dossieraggi ha rivelato l’esistenza di una rete di spionaggio illegale orchestrata dall’agenzia investigativa milanese Equalize Srl. L’azienda, in breve, avrebbe utilizzato accessi non autorizzati a banche dati riservate, comprese quelle con dati sensibilissimi del Ministero dell’Interno, per raccogliere informazioni su politici, imprenditori e persone di rilievo.

Questi dati venivano poi venduti ai clienti interessati, generando profitti per milioni di euro. L’indagine ha portato a diversi arresti, tra cui quello dell’amministratore delegato di Equalize, nonché ex poliziotto, Carmine Gallo, morto il 9 marzo e trovato nella sua casa di Garbagnate Milanese dove si trovava ai domiciliari.