Milano – Rispondono al telefono dalla piazza centrale di Helsinki: "Siamo in Erasmus". Non partono solo gli alunni per viaggi-studio oltreconfine. Il programma, già esteso ai docenti delle superiori nella versione Erasmus+, si apre anche agli insegnanti della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, al personale tecnico e amministrativo e ai dirigenti scolastici.
In Finlandia c’è ora una delegazione dell’istituto comprensivo Luigi Galvani di Milano, scuola capofila della rete “A bridge for Erasmus“, insieme ai colleghi del Fermi di San Giuliano Milanese e del Rovani di Sesto San Giovanni. Il gruppo è composto da 8 persone in tutto.
"Stiamo facendo job shodwing sul sistema scolastico finlandese", spiega la preside del Galvani, Anna La Rocca. Job shodwing - letteralmente lavoro-ombra - vuol dire andare sul campo a osservare chi svolge il proprio lavoro ma in un’altra realtà. "Un’azione di formazione continua e di disseminazione di pratiche didattiche diffuse altrove", sottolinea ancora la dirigente, appena tornata da una spedizione in una scuola nel bosco a un’ora da Helsinki, nella zona dei laghi.
"Abbiamo analizzato il modello didattico - continua - Non è la scuola singola che partecipa a questa mobilità ma una rete di scuole. Perché l’obiettivo, dopo il confronto di punti di forza e criticità, è mettere a punto buone pratiche da importare in Italia. Ci vuole buon spirito di osservazione e senso critico, si riflette su un modello innovativo, citato in tutto il mondo, ma anche sulle punte di diamante che abbiamo in Italia e che troppo spesso dimentichiamo o diamo per scontate". È un viaggio andata-ritorno in tutti i sensi.
Il programma Erasmus+ mette in campo fondi destinati a progetti per la mobilità degli alunni e del personale scolastico e partenariati transnazionali tra scuole e organizzazioni.
Tre le azioni chiave: la prima, più classica, guarda alla mobilità individuale ai fini dell’apprendimento; la seconda punta alla “cooperazione per l’innovazione e le buone pratiche“ e un focus è infine dedicato alla “riforma delle politiche” perché punta "ad accrescere la partecipazione dei giovani alla vita democratica, specie nell’ambito di dibattiti con i responsabili politici, nonché a sviluppare le conoscenze nel campo dell’istruzione, della formazione e della gioventù".
In Finlandia sono in otto, impegnati fino al 2 maggio tra le scuole Lauttasaaren Yhteiskoulu di Helsinki e Pohjoispuiston Koulu di Hyvinkaa, ma il programma di mobilità ha già coinvolto un altro gruppo di otto partito per l’Irlanda, un altro team ha già fatto tappa in Belgio (ed era presente anche qualche assistente amministrativo) mentre a maggio si andrà in Erasmus in Spagna.
"Fino a qualche tempo fa questi programmi erano stati aperti solo ai docenti delle superiori – ricorda Anna La Rocca –, ma ci si è accorti che aprire queste occasioni educative a docenti e personale del primo ciclo è fondamentale per una sorta di formazione in itinere dei docenti. Offre spunti per continuare a innovare, per crescere. L’imparare facendo vale anche per i docenti". Che si sono messi in gioco anche con gli studenti Erasmus ospiti nel posto.
Iniziano a prendere appunti gli insegnanti e i presidi in Erasmus, analizzando esperienze anche molto diverse tra loro, visitando scuole pubbliche e private, in città e nella natura: promossa la didattica laboratoriale finlandese. "Servirà nel progettare moduli didattici che si concentrano anche sull’apprendimento pratico del contenuto da unire allo zoccolo duro della teoria, che c’è da noi", racconta la delegazione.
In viaggio in Finlandia c’è anche la dirigente Lucia Gregoretti del Fermi mentre il dirigente Bruno Rossilli del comprensivo Rovani di Sesto San Giovanni è appena rientrato dall’Irlanda. "Ci siamo immersi nella cultura del luogo oltre ad avere fatto osservazione di pratiche didattiche - raccontano -, abbiamo visto per esempio come si svolge l’intervallo e la massima attenzione data alle relazioni sociali. I nostri colleghi finlandesi e i tutor Heikki Kotilainen e Kirsi Peltomäki sono stati gentilissimi e davvero disponibili, lavorando a stretto contatto con i docenti italiani".
L’anno prossimo saranno le scuole milanesi a ospitare i finlandesi. "Accoglieremo anche diversi studenti che già stanno studiando italiano, alcuni la scelgono come terza lingua infatti, e non vedono l’ora di metterla in pratica", spiegano le presidi del Galvani e del Fermi, che riuniranno tutti i docenti Erasmus entro la fine dell’anno scolastico per lanciare un progetto di ricaduta comune, che prenderà spunto da tutte e quattro le esperienze e che sarà sperimentato a partire dalle loro scuole, con l’obiettivo poi di disseminarlo in altri istituti.