ANDREA GIANNI
Cronaca

Mohamed, tre anni di cella da innocente: lo Stato lo risarcisce con 157mila euro

La vicenda del 24enne condannato per sequestro e lesioni: dopo 669 giorni si scopre che non è lui. Milano,nel 2022, ha speso più di un milione per riparare gli errori giudiziari

Milano, nel 2022, sono stati indennizzati 18 ex detenuti

Milano, nel 2022, sono stati indennizzati 18 ex detenuti

Milano, 10 novembre 2024 –  Mohamed, nome di fantasia per tutelare la sua privacy, sta cercando di ricostruirsi una vita in Italia dopo quasi due anni in cella da innocente. Per l’ingiusta detenzione la Corte d’Appello di Milano ha ritenuto “congruo” un indennizzo di 157.763 euro, poco più di 235 euro per ognuno dei 669 giorni trascorsi dal 24enne in condizione di privazione della libertà personale.

Non è un caso isolato, perché secondo i dati nazionali analizzati da Errori giudiziari, archivio web sull’ingiusta detenzione, Milano si colloca al sesto posto fra i distretti di Corte d’Appello italiani per la spesa in indennizzi nel 2022, anno a cui risalgono gli ultimi dati disponibili: 1.069.770 euro per risarcire coloro che sono finiti in carcere o ai domiciliari salvo poi uscirne innocenti con sentenza definitiva. Un salto in avanti rispetto alle rilevazioni precedenti, anche se nelle regioni del Sud continua a concentrarsi la quota principale degli indennizzi.

Guardando al numero dei casi di ex detenuti indennizzati nel 2022, il numero maggiore è a Reggio Calabria (90). Poi Napoli (75) e Roma (52). Milano è al nono posto, con 18 ex detenuti indennizzati.

Le maglie, infatti, sono strette. E la stragrande maggioranza delle domande viene respinta. Tra i casi quello di Stefano Binda, assolto per l’assassinio di Lidia Macchi: 212mila euro di indennizzo per 1.286 giorni in cella, tra il 2016 e il 2019. Poi Jonella Ligresti, che ha ottenuto 48mila euro per quattro mesi in carcere e otto ai domiciliari. Surinder Pal, arrestato per l’omicidio del professor Cosimo Errico nella Bergamasca e poi assolto, chiede invece 150mila euro allo Stato.

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Tornando alla storia di Mohamed, nato in Egitto nel 2000, la vicenda è riassunta nell’ordinanza con cui la quinta sezione della Corte d’Appello ha disposto l’indennizzo di 157.763 euro. I suoi legali, gli avvocati Debora Piazza e Marco Romagnoli avevano proposto 250mila euro, considerando anche i “danni morali” e il “pregiudizio di tipo lavorativo subito e circa la propria regolarità su territorio dello Stato”: danni negati dai giudici perché “non specificati e dimostrati” con certezza. L’uomo era stato arrestato il 22 maggio 2021, con altre persone, perché accusato del sequestro di persona, tentata estorsione e lesioni inflitte con una mazza di ferro a un connazionale che all’epoca gestiva un negozio a Milano.

Condannato in primo grado a sei anni e mezzo, il 22 marzo del 2023 è stato assolto in appello e scarcerato. Le stesse dichiarazioni della presunta vittima che avevano portato alla misura cautelare e alla condanna in primo grado, secondo i giudici del processo d’appello sono invece “caratterizzate da profili di inattendibilità e incoerenza”. E dall’istruttoria più approfondita è emersa l’innocenza di Mohamed. Secondo i giudici che hanno disposto l’indennizzo, “neppure l’essersi avvalso della facoltà di non rispondere in sede di interrogatorio” dopo l’arresto “può essere elevato a pregiudizio per il riconoscimento di quanto” richiesto. Probabilmente un arresto disposto all’epoca con troppa fretta, sulla base di indagini che non hanno approfondito adeguatamente il caso. E a pagare il conto, ora, è lo Stato