LUCA TAVECCHIO
Cronaca

Don Mazzi evacuato per l’esondazione del Lambro: “Emergenza irrisolta da anni, è una condanna”

Nubifragio a Milano, l’acqua invade la cascina della comunità: 20 giovani ospiti di fondazione Exodus trasferiti a Garlasco. “Mi aspettavo almeno una telefonata dal sindaco Sala”

L'acqua del Lambro che ha invaso la cascina di Exodus. A destra, don Antonio Mazzi (Foto Fasani)

Milano – Exodus di nome e, purtroppo, di fatto. Per la comunità di recupero per tossicodipendenti di don Antonio Mazzi in quarant’anni di vita al parco Lambro l’evacuazione è ormai un’abitudine. “Quest’anno ci hanno già trasferito otto volte. Nelle altre occasioni però la situazione non era grave come questa”, racconta don Mazzi. Nel primo pomeriggio l’acqua ha infatti invaso il primo piano della struttura.   

La comunità Exodus invasa dall'acqua del Lambro
La comunità Exodus invasa dall'acqua del Lambro

L’evacuazione

Dentro la struttura del parco ci sono circa 20 ragazzi ospiti e altri 20 tra educatori e personale amministrativo. “Nella serata di martedì la Protezione civile ci ha fatto abbandonare gli edifici. Ora sono tutti a Garlasco”. Nella cittadina pavese Exodus ha un altro centro, aperto nel 1998, che ospita 10 giovani tra i 14 e i 21 anni. “I ragazzi del parco Lambro sono stati ammassati lì. Ci hanno detto che non potremo rientrare almeno fino a venerdì, anche perché su Milano sta ancora piovendo”.

L’incontro con gli educatori

Oggi nella sede del parco Lambro era previsto anche l’incontro nazionale di formazione degli educatori di Exodus, arrivati a Milano da tutta Italia. Vista l’inagibilità della cascina, gli educatori e don Mazzi sono stati ospitati in uno spazio messo a disposizione dalla Scuola Mater Mea di via Pusiano, alle porte del parco dalla parte di via Padova. 

Diluvio universale

“Quello di questa notte sembrava davvero il diluvio universale – scherza il don Mazzi – Ormai però ci siamo attrezzati. Il problema è che questa situazione di emergenza ci costringe ad interrompere tutte le attività educative con i ragazzi. Si ritrovano tutti accampati nella parte della cascina libera in una condizione di totale precarietà. I nostri educatori fanno salti mortali per tenerli occupati, ma è difficile”.

L’appello

“Tutti mi vogliono bene – prosegue il sacerdote – tutti che dicono che bravo don Mazzi, il suo impegno è d’esempio, eccetera eccetera. Però dove sono quando c’è bisogno di loro? Dove sono la Regione, il Comune e tutte le istituzioni? Dal sindaco Sala mi aspettavo almeno una chiamata, e magari qualcosa di più, magari una visita, per tranquillizzare e far sentire la vicinanza della città. E invece, come al solito, siamo soli. Dopo aver trasferito i ragazzi, abbiamo dovuto sgomberare i locali del piano terra e spostare tutto il materiale ai piani superiori per evitare che si danneggiasse”. 

La vasca

"La situazione del Lambro, il continuo rischio di esondazione, va avanti da anni. È ora che qualcuno se ne occupi una volta per tutte. Si parla di costruire una vasca di laminazione per il fiume nella zona di Cascina Gobba, come quella che è stata fatta per Seveso a Bresso, speriamo che la facciano. E che la facciano in tempi brevi”. 

Dignità degli educatori

L’appello alle istituzioni, ma anche ai privati, di don Mazzi però non si ferma alle infrastrutture. E riguarda innanzitutto la dignità di chi giornalmente si occupa dei ragazzi ospitati da Exodus: “Queste persone si prendono cura degli ospiti giorno e notte e lo fanno per 1.100 euro al mese. Come si fa? Come si fa a portare avanti un lavoro così impegnativo e delicato con una paga così bassa?”. Don Mazzi chiede che gli educatori abbiano un diverso inquadramento legislativo, in modo da liberare risorse che per la sua comunità sarebbero vitali. “Potrebbero fare gli educatori, per esempio, i ragazzi che sono usciti dalla comunità e terminato il percorso di recupero. Loro sono molto più “sul pezzo” di altre figure più titolate. In questo giorni si parla tanto di Fentanyl, ma è da anni, che ci combattiamo. Gli ex ospiti lo conoscono alla perfezione, sanno benissimo come rapportarsi con i ragazzi”.