Milano – Turisti da ogni parte del mondo e milanesi “forzati” a rimanere in città. Il pubblico che ieri ha scelto di fare tappa a CityLife Shopping Distict. Un discreto passaggio nel grande mall coperto su 2 livelli, progettato da “Zaha Hadid Architects”, che offre su una superficie di 32mila metri quadri la scelta fra ottanta negozi, venti fra ristoranti e bar, sette sale cinema e un supermercato. Inaugurato nel 2017 e basato sulla triade food-fashion-entertainment, il distretto commerciale di piazza Tre Torri rappresenta uno dei tasselli più importanti del progetto di riqualificazione che ha trasformato il volto della zona della vecchia fiera con palazzi residenziali (amati da vip, calciatori e chiunque abbia un portafogli abbastanza grosso da potersi permettere l’affitto o l’acquisto), un parco pubblico (il secondo più grande della città) e gli uffici nelle tre torri che hanno lasciato un segno nello skyline cittadino.
Il “dritto” (firmato da Arata Isozaki per Allianz), lo “storto” (la torre Hadid di Generali) e il “curvo” (progettato da Daniel Libeskind per Pwc) sono grattacieli vuoti in questo periodo, perché i dipendenti e i consulenti si godono il meritato riposo al mare o in montagna. “Però la Milano deserto d’agosto è ormai un mito del passato. Certamente il flusso di lavoro è calato dall’inizio del mese ma il passaggio a CityLife non è mai azzerato. Ci sono milanesi che in vacanza ci andranno a settembre, o sono già andata a luglio, e gli onnipresenti turisti.
L’aperitivo lo vengono a fare qui: di sera il dehors è sempre pieno” dice Ilaria Borghi, store manager dell’enoteca “Svinazzando”. I turisti bazzicano anche di giorno perché la Milano che sembra un po’ Dubai piace al pubblico che piace. Dario Castito, da Bergamo, fa da “cicerone“ ai suoi quattro amici arrivati da Alicante per ammirare non solo i soliti monumenti da cartolina - Duomo e Castello Sforzesco - ma anche le tre torri, “landmark dell’architettura contemporanea per cui Milano è famosa anche all’estero” assicura.
Da “Il Barbiere” si sono visti però più autoctoni che stranieri. “Nelle prime 4 di lavoro abbiamo avuto una decina di clienti, la giornata è stata proficua. L’anno scorso c’erano più turisti, quest’anno sono soprattutto milanesi che stanno a casa ad agosto o devono partire a breve a volersi dare una “sistemata” a barba e capelli. La nostra filosofia è quella di essere “sempre aperti” sette giorni su sette. Siamo chiusi solo il 1 gennaio, a Pasqua, Ferragosto e Natale. È una strategia commerciale vincente non tanto nei volumi ma nell’ottica di attirare nuova clientela e allargare il giro d’affari: perché chi non ci conosce, non potendo contare sul suo barbiere di fiducia, viene a trovarci, prova i nostri servizi e probabilmente ritorna” spiega Erik Caggiano, store manager de “Il Barbiere“.