Euro2024, bloccati i siti pirata che trasmettevano le partite. Smontato il network da 1,3 milioni di spettatori abusivi

Nell’operazione guidata dalla Gdf di Milano 13 persone sono indagate: secondo le accuse, gestirebbero i domini che ridistribuivano illegalmente i match

Multe in arrivano per chi guarda partite di calcio su siti streaming illegali

Multe in arrivano per chi guarda partite di calcio su siti streaming illegali

Milano - Stop ai siti pirata che trasmettevano illegalmente le partite di Euro2024. È questo il senso dell’operazione portata avanti in giornata dalla Guardia di Finanza. Il risultato è che oltre 1,3 milioni di utenti che si affidavano a piattaforme non autorizzate per seguire gli europei di calcio dovranno trovare una soluzione alternativa alla loro fame di calcio: la Finanza infatti avrebbe identificato e oscurato la trasmissione del segnale proveniente dai network che distribuivano illegalmente i maggiori palinsesti protetti da diritto d'autore.

Approfondisci:

Europei di calcio 2024, è allarme truffe

Europei di calcio 2024, è allarme truffe

L'operazione della Gdf di Milano si inserisce in un'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco che ha portato a 14 perquisizioni nei confronti di 13 persone indagate. L'inchiesta nasce da una denuncia di Sky Italia. Il provider che, in Italia, possiede i diritti di tutti gli incontri di Euro2024, ha fatto emergere che gli indagati “operavano in modo del tutto innovativo rispetto al passato - si legge nella nota della Gdf - ovvero attraverso l'esfiltrazione delle chiavi di decodifica necessarie alla decriptazione e alla visione ‘in chiaro’ di tutti i canali e dei palinsesti televisivi delle principali e più importanti emittenti”.

Questi, mediante l'uso di server virtuali, ospitati presso internet service providers nazionali ed esteri, venivano divulgati e destinati ai singoli utenti delle Iptv illegali. L'attività investigativa, “resa maggiormente complessa dall'impiego di sistemi Vpn (Virtual Private Network) per anonimizzare le comunicazioni”, si è conclusa con l'identificazione di 13 persone che, secondo l'accusa, avrebbero gestito i network decriptando e redistribuendo illegalmente i contenuti dei più importanti player tv mondiali tramite piattaforme Iptv (Internet protocol television) non autorizzate. Ulteriori approfondimenti sono in corso al fine di identificare compiutamente i singoli utenti destinatari dell'Iptv illegale.