Milano, 9 novembre 2023 – "Il fatto non sussiste”. L'ex primario di Ortopedia del Cto-Pini di Milano, Norberto Confalonieri, è stato assolto oggi dalla Corte d'Appello di Milano dall'imputazione di corruzione. Ribaltata così la sentenza di primo grado emessa dalla quarta sezione del Tribunale di Milano.
Il noto chirurgo ortopedico seregnese di 68 anni a gennaio 2021 era stato condannato a 6 anni e mezzo per presunte tangenti per aver favorito l'acquisto di protesi della Johnson&Johnson in cambio di utilità, come la partecipazione a trasmissioni televisive e convegni pagati, con un ritorno d’immagine che gli avrebbe permesso di aumentare le operazioni nella clinica privata nella quale lavorava. Inoltre, è già stato prosciolto in primo grado dall'accusa di lesioni su pazienti.
Oltre a Confalonieri, difeso dal legale Federico Cecconi, sono stati assolti Natalia Barberis, agente di commercio per la multinazionale, difesa dall'avvocato Gabriele Minniti, e un'altra dipendente.
L’accusa di corruzione
Norberto Confalonieri era finito agli arresti domiciliari nel marzo del 2017 nelle indagini della Procura milanese con l'accusa di aver favorito l'acquisto di protesi della multinazionale Johnson & Johnson, in forza, sosteneva l'accusa, di un “accordo occulto” che avrebbe previsto “periodici compensi in denaro”, l'invito a programmi televisivi e a eventi scientifici, nonché “viaggi e soggiorni”.
Tesi spazzata via oggi con l'assoluzione "perché il fatto non sussiste”, in accoglimento della linea difensiva. La Procura generale aveva invece chiesto la conferma delle condanne. “Sono stato distrutto da questa vicenda, mentre io facevo solo del bene. I pazienti fanno fatica a venire da me, vivo una condizione psicologica pesante”, aveva già raccontato in aula Confalonieri, sentito nel processo di primo grado nell'ottobre 2020.
Intercettazioni choc
Dalle indagini, tra l'altro, erano emerse all'epoca intercettazioni 'choc' nelle quali il medico avrebbe parlato di un “femore” rotto a un'anziana di 91 anni per “allenarsi”. E lui si era difeso spiegando che quelle intercettate erano “chiacchiere da bar, espressioni goliardiche”.
Prosciolto per lesioni sui pazienti
In primo grado il medico era stato invece prosciolto per il reato, che gli era stato contestato, di lesioni su due pazienti, con la formula del "non doversi procedere". Il professore, considerato un luminare nella chirurgia robotica computer assistita, ha sempre respinto ogni addebito in sede penale.