
L'Albero della Vita simbolo di Expo 2015
Milano, 24 marzo 2018 - Intesa San Paolo è pronta a scommettere sulla seconda vita del sito Expo. A confermarlo è stato ieri Carlo Messina, chief executive officer del gruppo bancario. «Il nostro piano – ha fatto sapere Messina – è quello di creare sull’area che ha ospitato l’Esposizione Universale di Milano una cittadella con più palazzine sul modello del Banco Santander. Per centrare questo obiettivo, abbiamo già un’opzione nell’area est del sito e nei prossimi mesi prenderemo una decisione definitiva». Se il progetto si concretizzerà nella nuova sede milanese ci saranno «tra i quattromila e i cinquemila dipendenti sui circa settemila oggi in forza nel complesso al gruppo Intesa a Milano». La logistica sembra favorire il progetto. Il sito a metà tra Milano e Rho è infatti a neanche un’ora di treno dal grattacielo-simbolo del gruppo bancario a Torino. «Intesa City», come potrebbe chiamarsi il nuovo quartier generale milanese dell’istituto di credito, guarda, come detto, alla Spagna. Il Banco Santander ha infatti creato una vera e propria «Ciudad Financiera» (tradotto: cittadella finanziaria) a Boadilla del Monte. Qui più palazzine si affacciano su un ampio spazio comune caratterizzato dal verde.
Se il progetto di Intesa San Paolo dovesse andare a buon fine, il piano di rilancio del sito Expo acquisirebbe un altro importante tassello. Tre grandi funzioni pubbliche sono ormai certe e già in fase di concretizzazione. Il riferimento è, ovviamente, allo Human Technopole, il nuovo centro di ricerca sulle tecnologie capaci di migliorare la qualità della vita e ridurre l’invasività delle cure mediche (che occuperà quello che all’Expo fu il Palazzo Italia) ma anche al nuovo campus scientifico dell’Università Statale di Milano, il cui progetto è stato appena approvato in via definitiva dal Consiglio d’amministrazione dell’ateneo e dal Senato Accademico, e, non ultimo, il nuovo ospedale Galeazzi, per i quali si sta procedendo spediti. «Intesa City» andrebbe invece a caratterizzare la parte dell’area riservata ai privati e per la quale si sono già raccolte numerose manifestazioni di interesse da più multinazionali. Lo sviluppo del masterplan è a cura di Arexpo Spa, la società proprietaria di quei 1,1 milioni di metri quadrati di terra, e di Lendlease, il gruppo australiano che si è aggiudicato la gara lanciata proprio da Arexpo. Per attrarre gli investitori, l’area che fu dei padiglioni dell’Esposizione Universale molto presto cambierà nome: l’annuncio sarà scandito lunedì in loco, negli spazi di Cascina Triulza.
giambattista.anastasio@ilgiorno.net