"Ho due volti, uno cattivo e uno buono. Se provi ad allontanarti ti faccio a pezzi". La vittima ha riferito alla polizia le parole di quel giovane appena conosciuto in centro a Milano, la notte tra martedì e mercoledì. Su una panchina di piazza Scala l’avrebbe abbracciata senza il suo consenso per poi proseguire con le molestie dopo che lei era rimasta pietrificata: "Io per paura non mi alzavo". Ha riferito di baci sulle labbra, di palpeggiamenti anche nelle parti intime nonostante il suo rifiuto. E di minacce di morte, se non l’avesse seguito fino alla sua fantomatica casa per un rapporto completo. Se Fouress Jabir, 23enne originario del Marocco, senza fissa dimora e irregolare sul territorio, è stato arrestato per violenza sessuale dai poliziotti del commissariato Scalo Romana diretti da Achille Perone e dell’Ufficio prevenzione generale, il merito è di una manager ventenne del McDonald’s di via Torino che incrociando lo sguardo di quella ragazza ha capito di dover intervenire: "Lei non sembrava essere a suo agio con il ragazzo", ha fatto mettere a verbale la manager.
Soprattutto, ha riconosciuto il gesto antiviolenza che la giovane le ha mostrato, piegando il pollice sul palmo e coprendolo con le altre dita, alzandole e abbassandole come un saluto, e pronunciando nel frattempo “Help“, aiuto. Un gesto, apprendiamo, molto conosciuto dalle ragazze della generazione Z, che identifica i nati tra la fine degli anni ’90 e il 2010. La 19enne, italiana di seconda generazione con genitori di origini magrebine, è stata per oltre un’ora e mezza tra le grinfie del violento: arrivata a Milano dalla provincia di Bergamo per un concerto ai Magazzini Generali, al termine dell’evento ha chiamato un amico per farsi accompagnare nell’hotel del centro in cui alloggiava. Poi, a mezzanotte e mezza, ha deciso di fare una passeggiata. In piazza Duomo ha incrociato un gruppo di coetanei, maschi e femmine, con i quali si è fermata a "fare due chiacchiere".
Al gruppo si sono aggiunti due ragazzi, presentatisi come fratelli. A un certo punto, lei è rimasta sola con uno dei due. "Mi ha raccontato la sua vita, mi ha detto di avere intenzioni serie e mi ha chiesto di fare una passeggiata". Passando dalla Galleria, all’1.30 i due hanno raggiunto piazza Scala, dove il ragazzo ha cambiato atteggiamento. Dopo i palpeggiamenti, ha raccontato la stessa vittima, l’ha costretta a seguirlo percorrendo via Torino. La manager del McDonald’s li ha incontrati al momento della chiusura del locale, alle 3.15. Hanno chiesto di usufruire del bagno, che però era già stato pulito. "Mentre il ragazzo chiedeva al mio collega una sigaretta, la ragazza approfittava di questo momento di distrazione per chiedere aiuto". Con il segnale antiviolenza. La dipendente del fast food ha chiamato il 112 e ha seguito i due ragazzi fino all’arrivo della polizia, che li ha intercettati in corso di Porta Ticinese. Lei tremava, cercava di chiedere aiuto. Poi è stata accompagnata alla Clinica Mangiagalli. Lui si è mostrato da subito poco collaborativo. Oggi Jabir sarà interrogato dal gip di Milano Guido Salvini, che dovrà decidere sulla richiesta di convalida dell’arresto avanzata dal pm Cristian Barilli.