
Anty Pansera, storica dell’arte e del design e, a destra, visitatori ad Alcova
Mentre al Salone del Mobile, terzo giorno, si mette in mostra il meglio della produzione del Made in Italy, in città, alla Fabbrica del Vapore per la Design week trionfa il talento delle progettiste donne, di ieri e di oggi. A curare l’esposizione, Reveal Progetti e prototipi inediti di donne designer (sino al 13 aprile, realizzata da Insula delle Rose) è Anty Pansera, storica del design, Compasso d’Oro alla carriera nel 2020, presidente dell’asssociazione DcomeDesign.
Tappa obbligata al Fuorisalone...lei lo preferisce al Salone? "Senza il Salone del Mobile non esisterebbe il Fuorisalone. Farei però alcuni aggiustamenti, per l’uno e l’altro". Quali? "Più eventi di qualità per il Fuorisalone e una biennalità più spinta per il Salone, non sempre ogni due anni si riesce a fare ricerca e a proporre cose nuove".
Che cosa pensa dei dazi, è preoccupata? "Sono relativamente preoccupata. Penso che la qualità del design italiano resisterà alla tempesta. Nel mondo ci riconoscono la capacità di saper fare. C’è molto interesse per il pezzo unico, si riconosce la qualità dei materiali che i nostri artigiani e artisti utlizzano con grande sapienza, affondando le radici nel nostro passato. Un passato che rivisitato e riproposto in chiave contemporanea".
La mostra propone una selezione di pezzi, si spazia da arredi a oggetti di uso quotidiano e soluzioni per l’abitare. Passato, Presente, Futuro. "Il contributo femminile nella realtà del design, pur avendo giocato un ruolo cruciale, spesso è stato sottovalutato o dimenticato e questa rassegna ha l’obiettivo di colmare questo divario, portando alla luce progetti e prototipi che, per varie ragioni, non sono mai stati realizzati o che lo saranno a breve, almeno è quello che spero accada con questa mostra".
Per esempio che cosa le piacerebbe venisse realizzato su larga scala? "Il prototipo di una lampada da terra in alluminio verniciato e cromato che Nanda Vigo, che ho conosciuto benissimo e frequentato, realizzò nel 1968. Un sogno rimasto nel cassetto ma che oggi qualcuno potrebbe aver voglia di mettere in produzione. E anche i rubinetti in onice mai prodotti della Serie P per Mamoli di Antonia Campi, altra designer di grande talento, premiata con il Compasso d’Oro alla Carriera nel 2011".
E il design di oggi? "Ci sono tanti giovani che crescono con una visione chiara, una progettazione sociale del design". Un nome? "Non vorrei far torto agli altri, tutti bravi...trovo interessante il lavoro di Claudia Camponi che realizza le Cipolle, sedute realizzate con tessuto bicolore frutto di scarti di produzione".
Come vede il futuro? "Luminoso, amo molto le scuole. Dalle prime scuole di design fondate in Italia, ISIA (Istituto superiore per industria artistica) di Faenza, Firenze, Roma-Pordenone, proponiamo alcune ricerche interessanti. Dal monopattino in materiale riciclato con scarti della lavorazione di scocche in fibra di carbonio sino ad una lampada che unisce torcia e lanterna".