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Fabrizio Corona, giudici: "No al carcere, resta affidamento terapeutico"

Secondo i magistrati, l'ex agente fotografico ha osservato la piena adesione del programma. In sostanza, è stata data una valutazione "positiva" del suo percorso

Fabrizio Corona

Milano, 30 novembre 2018 - Il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha respinto la richiesta della Procura Generale di Milano di far tornare Fabrizio Corona in carcere. E' stato quindi confermato all'ex 're dei paparazzi' l'affidamento in prova terapeutico, che consiste nel frequentare una volta alla settimana lo Smi, il Servizio multidisciplinare integrato, e una serie di prescrizioni come controlli medici e psicologici, colloqui con l'Uepe, e tornare a casa alle 23.30 e rimanervi fino alle 7 del mattino. Secondo i magistrati, l'ex agente fotografico ha osservato la piena adesione del programma "trattamentale e terapeutico" concordato che rappresenta i contenuti fondamentali della misura in corso. In sostanza, è stata data una valutazione "positiva" del suo percorso. 

L'Avvocato generale Nunzia Gatto, numero due della Procura generale, lunedì scorso, in udienza, aveva invece chiesto che l'ex agente fotografico ritornasse in cella per via delle numerose violazioni alle prescrizioni che ha elencato in aula una per una, mostrando documenti e video. "Quello che sta facendo Corona può essere definita espiazione della pena?", si era chiesta l’avvocato generale dello Stato. "Risse in tv, partecipazioni a programmi televisivi senza autorizzazioni, violazione dell’imposizione di comunicare con i media, possono costituire un percorso di recupero?", aveva chiesto il magistrato ai giudici della Sorveglianza. E i media, si conferma, sono la dannazione di Corona, casus belli che avava fatto chiedere alla procura generale il ritorno dietro le sbarre è la trasferta a Cinecittà, non autorizzata, per partecipare al Grande Fratello vip. 

"Andare a litigare in tv con Ilary Blasi, in una delle continue apparizioni che passano anche per i social network, non può essere considerata attività lavorativa utile per scontare la pena", aveva spiegato in aula la pg Gatto. La lite con la conduttrice, moglie di Francesco Totti, rischiava quindi di costargli carissima. Il magistrato aveva fatto vedere in aula il video dello scontro Blasi-Corona al Gf vip, oltre ad un altro filmato in cui l’ex agente fotografico con alcuni amici in un locale era tornato a prendersela con la moglie di Totti, chiamandola "caciottara". Ai giudici della Sorveglianza era stato mostrato anche il filmato dell’insulto («questa non capisce niente»), che Corona rivolse al sostituto pg Maria Pia Gualtieri, dopo che lei aveva chiesto di aumentargli la condanna nel processo d’appello sui contanti. Il pg, inoltre, aveva messo in fila le occasioni in cui l’ex fotografo dei vip si sarebbe trovato fuori dalla Lombardia senza autorizzazione, o in orari non consentiti. Gli era stata contestata addirittura la frequentazione di un noto pregiudicato. Per il magistrato, tutti avvenimenti che non potevano rientrare nel concetto di 'attività lavorativa'.

Nel provvedimento di oggi si legge però che il commissariato di polizia Garibaldi ha rimarcato il rispetto di prescrizioni e orario e che Corona si è sempre rapportato correttamente con la ps delegata ai controlli. E poi, è un passaggio dell'atto, molte violazioni sono già state sanzionate strada facendo con varie diffide. "Il computo algebrico delle mancanze - ha scritto il magistrato di sorveglianza Simone Luerti - appare inadeguato a mettere in discussione l'imponente impegno da parte dei servizi e i numerosi passi avanti dell'affidato nelle componenti essenziali della misura". Contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza è atteso il ricorso per cassazione della Procura Generale.