Milano, 12 giugno 2017- Fabrizio Corona è stato condannato a un anno di carcere dal Tribunale di Milano per sottrazione fraudolenta delle imposte. E' stato, invece, assolto per altri due reati, tra cui, quello più grave, di intestazione fittizia dei beni in relazione ai 2,6 milioni di euro che secondo la Procura, aveva nascosto al fisco nel controsoffitto della sua collaboratrice Francesca Persi. Applausi e urla di giubilo hanno accolto la lettura del verdetto. L'ex fotografo dei vip ha esultato, visibilmente soddisfatto per la decisione dei giudici, e ha poi abbracciato e baciato la fidanzata Silvia Provvedi, presente al Palazzo di Giustizia.
LE PAROLE DI CORONA E LE LACRIME DELLA FIDANZATA - "Fuori ad aspettarmi è rimasta mia madre, che darebbe la vita per mio figlio ma si sta facendo vecchia, e la mia fidanzata, che pur essendo giovane è unica e speciale e quello che ha fatto per me non lo avrebbe fatto nessuna donna. Ho questa piccola famiglia, mi aspetta ed è l'unica cosa che voglio, i soldi non mi interessano, potete anche tenerveli. Datemi ciò che è giusto e fatemi riprendere il percorso da dove lo avevo interrotto". Questo è un passaggio della lettera che Fabrizio Corona ha indirizzato ai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Milano, poco prima della lettura della sentenza. "Sono stanco - ha aggiunto l'ex re dei paparazzi -, non penso di essere è più forte come prima e ho paura, non per me ma per mio figlio, che dal giorno del mio arresto a casa di mia madre in un modo così assurdo non è più quello di prima".
L'ACCUSA - Per la Procura, Corona ha "occultato" il suo "tesoro" da 2,6 milioni di euro, in parte forse anche "provento di reati commessi in passato" tra cui il fallimento della sua agenzia Coronàs, sia in cassette di sicurezza in Austria che nel controsoffitto della collaboratrice Persi, intestando "fittiziamente" quei contanti all'amica "ventennale", per "sottrarlo" alle verifiche dell'autorità giudiziaria e al sequestro che poi è arrivato, disposto dalla Sezione misure di prevenzione. La pm ha voluto smontare la tesi della difesa che sostiene che Persi è stata solo "mera custode" dei soldi, frutto solo del 'nero' delle sue serate, eventi e campagne. Corona, secondo il pm, nascondendo circa 1,7 milioni nel controsoffitto di Persi voleva renderli "non tracciabili", come aveva fatto in passato portando denaro in Svizzera o a San Marino. Il pm ha chiesto anche la trasmissione degli atti in Procura per appropriazione indebita ai danni della società Atena, riconducibile a Corona. L'avvocato Chiesa ha usato toni molto polemici verso la Procura, colpevole, a suo dire, di non avere indagato a fondo sulla bomba esplosa davanti all'abitazione del suo assistito l'estate scorsa.