
Fabrizio Corona in giacca e camicia bianca scortato dalla security al cinema Odeon
Milano, 8 settembre 2015 - "Essere qui è un privilegio. Ringrazio il magistrato che me lo ha concesso": queste le poche parole di Fabrizio Corona al termine della serata al cinema Odeon di Milano dove è stato proiettato il documentario "Metamorfosi" basato sulla sua vita prima di entrare in carcere. L'ex re dei paparazzi è arrivato intorno alle 19.30 alla presentazione del fim scritto e diretto da Jacopo Giacomini e Roberto Gentile. "Oggi mi è stata data la possibilità per dimostrare a mio figlio che ce l'ho fatta e ce la posso fare", ha aggiunto.
LA SERATA - Scortato dalla sicurezza l'ex fotografo dei vip è entrato dall'ingresso principale, mentre i fotografi erano schierati per la photo opportunity. Al suo arrivo una folla di persone ha cercato di raggiungerlo ed è scoppiato il caos tra i fan che lo hanno abbracciato, curiosi, sicurezza e fotografi. Corona in giacca, camicia bianca e occhiali da vista, è entrato all'Odeon mentre la proiezione del film "Metamorfosi" era ancora in corso senza proferir parola. L'ex fotografo dei vip non ha risposto alle domande dei giornalisti, così come previsto dalle prescrizioni disposte per lui dal Tribunale di sorveglianza di Milano che lo scorso 18 giugno gli ha concesso l'affidamento in prova ai servizi sociali da scontare all'interno della comunità "Exodus" di don Mazzi, a Lonate Pozzolo, in provincia di Varese. Fabrizio Corona, alla prima domanda rivoltagli, ha spiegato come non avrebbe risposto, ma avrebbe parlato soltanto il regista Jacopo Giacomini. "Fabrizio Corona non risponde alle domande", ha detto parlando in terza persona. "Il permesso che mi è stato concesso - ha precisato - è funzionale al mio lavoro". "Siamo contenti di vederti", ha detto qualcuno in sala e lui ha risposto: "Sono io contentissimo di vedervi".
La proiezione, lunga 84 minuti, è iniziata alle 19. Nel film "C'è una frase importante che dice mia madre: che non potevo capire se non avessi provato il dolore. Il dolore l'ho provato, è stato immenso. Userò questa possibilità", ha detto, riferendosi al carcere e all'affidamento. Nel documentario Corona passa da una iniziale aggressività a un nuovo equilibrio, attraverso meditazioni, grida e perfino una performance da clown nelle vie di Roma. Dopo la brevissima conferenza stampa Corona ha camminato per la sala del cinema baciando e abbracciando gli amici e la famiglia, con lui alla proiezione. L'assalto di alcune telecamere e una fuga rapida, scortato dalla sicurezza.
L'ATTESA - Il via libera a Corona per partecipare alla serata è arrivato da Giovanna Di Rosa, lo stesso giudice del Tribunale di Sorveglianza di Milano che il 18 giugno scorso gli ha concesso l’affidamento in prova ai servizi sociali da scontare all’interno della comunità “Exodus” di Don Mazzi a Lonate Pozzolo, in provincia di Varese. Davanti al cinema Odeon dove è stata organizzata la proiezione, si sono radunati decine e decine di amici, parenti e persone che hanno lavorato con lui in passato e anche giovanissimi fan.
«Non possiamo impedire a chi conosce Fabrizio di vedere un film, questa è gente che lo ama e che lo vuole vedere», ha spiegato il legale di Corona, l'avvocato Ivano Chiesa, ai cronisti che gli hanno fatto notare che tra il pubblico ci sono diverse persone che hanno conosciuto l'ex fotografo dei vip quando era una sorta di star nello show-business. «Il permesso che ha ottenuto oggi per venire qui - ha chiarito il legale - rientra nel suo percorso di risocializzazione, perchè lui sta dimostrando di essere un uomo migliore che viene trattato come tutti gli altri detenuti». Nel documentario intitolato 'Metamorfosi' viene presentato l'ultimo periodo della vita di Corona prima che finisse in carcere nel gennaio 2013, dopo una fuga in Portogallo. «Già in quel periodo, nel 2012, c'erano i segnali della sua volontà di cambiamento», ha raccontato l'avvocato.
L’ex fotografo, come ha precisato il suo legale, in base alle disposizioni stabilite per lui dal giudice di Sorveglianza “non potrà rilasciare interviste”. "E' la sua prima uscita pubblica", in un'ottica di "riabilitazione e recupero del soggetto". Si tratta, continua Chiesa, di un evento molto significativo per lui, come lo stesso documentario. "La metamorfosi di Fabrizio è ancora in corso: senza la detenzione e l'affidamento in prova il cambiamento non si sarebbe mai compiuto completamente. L'uomo che è adesso è diverso da quello che avete conosciuto".
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Posted by Fabrizio Corona on Lunedì 7 settembre 2015
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