NICOLA PALMA
Cronaca

Face tag, i muri di Milano invasi dai graffiti impossibili da ripulire

In città si moltiplicano gli imbrattamenti che riproducono i volti: “Realizzati con con colori che richiedono più tempo e soldi”

Due face tag sui muri di Milano

Milano – I dentoni di una faccia sorridente incastonati in una lettera dai tratti "bombati". Un nasino da fumetto sulla carrozza di un treno regionale. Un volto triste o una linguaccia sulla facciata di un palazzo d’angolo. Ormai capita sempre più spesso di imbattersi in graffiti che raffigurano un volto o parti di esso: li incrociamo sui muri di un edificio, sulle pensiline, sulle fiancate di un furgone o sulle cler dei negozi.

L’ultima moda del writing vandalico si chiama in gergo "face tag" e ha caratteristiche ben precise: quasi sempre si tratta di disegni di grandi dimensioni e con colori molto evidenti, con richiami spiccati a occhi, bocca e smorfie del viso. “Queste scritte – spiega l’esperta del fenomeno Fabiola Minoletti, vicepresidente del Coordinamento comitati milanesi – sono di cromie molto accese e quindi creano un maggiore danno economico". Il motivo? "Per essere pulite, necessitano di più prodotti, di più tempo e di più manodopera".

Non solo. Di frequente, le "face tag" non portano in calce una firma definita, il che complica non poco il lavoro di chi deve identificare ed eventualmente denunciare per imbrattamento o danneggiamento l’autore del raid.

Allargando lo sguardo sul fenomeno "writing" all’ombra della Madonnina, coloro che lo analizzano costantemente – sia in strada che sui canali social – hanno notato che alcuni graffitari della vecchia scuola, se così possiamo definirli, sono tornati a colpire con una certa frequenza in giro per la città.

Negli ultimi mesi, i radar sul territorio hanno anche registrato il consolidamento delle fusioni tra le "crew" più strutturate, con la formazione delle cosiddette "super famiglie". L’esempio più recente riguarda l’unione tra la Dlr (Delirium crew) e la Gb (Gioventù bruciata), alle quali si è aggiunta in un secondo momento pure la Qet (Questo è troppo). Infine, sono aumentati i vandalismi ai danni di opere di altri street artist, nonché le tag all’acido e i raid contro le saracinesche degli esercizi commerciali.