MARIO CONSANI
Cronaca

Ha copiato, Facebook sborsi 3,8 milioni

Azienda milanese si è vista “clonare” un’app dal colosso del web:in primo grado danno quantificato in 350mila euro, in appello undici volte tanto

La squadra della Business Competence, società di Cernusco con 15 dipendenti

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Milano, 6 gennaio 2021 - Un risarcimento moltiplicato per undici. Se in primo grado a Facebook era andata tutto sommato bene (solo 350 mila euro da sborsare per il colosso del web), i giudici d’appello hanno rifatto i conti: per aver copiato quella ingegnosa “app“, ora Mark Zuckerberg e soci dovranno risarcire quasi 4 milioni. La storia è nota e per la giustizia italiana non ancora conclusa, visto che l’ultima parola spetterà quasi certamente alla Cassazione. Intanto, però, la favola della Business Competence, piccola società di sviluppo software dell’hinterland milanese “scippata“ dal gigante Usa, continua. Nell’ottobre 2012, l’azienda guidata dalla giovane ad Sara Colnago ideò e lanciò Faround, che avrebbe dovuto integrarsi proprio con Facebook cui era stata proposta. Una “app“ che offriva l’indicazione di bar, ristoranti e altri luoghi d’interesse vicini al posto in cui si trovavano gli utenti. Poco meno di due mesi dopo, il social network di Zuckerberg propose agli iscritti di scaricare la sua Nearby: un’applicazione che per i ragazzi di Business Competence era identica alla loro. Tesi condivisa sia dai giudici civili di primo grado che da quelli d’appello, che già tempo addietro si sono pronunciati nel merito definendo quella di Facebook «appropriazione parassitaria di investimenti altrui per la creazione di un’opera dotata di rilevante valore economico».

Ma quale valore esattamente? Ecco, su questo il giudice civile del tribunale non s’era fidato del calcolo messo a punto dal consulente tecnico da lui stesso nominato e che era arrivato a quasi 4 milioni. E così aveva fissato il risarcimento a favore di Business Competence in “soli“ 350mila euro, poco più che solletico per le casse del colosso Usa. Nel giudizio di secondo grado concluso ieri, invece, l’azienda di Cassina de’ Pecchi, con il professor Marco Spolidoro e l’avvocato Michele Imbornone, s’è presa una bella rivincita. La corte d’appello civile, presieduta da Domenico Bonaretti, recuperando le conclusioni del perito del tribunale «ritiene corrette le modalità con cui (...) ha calcolato in misura pari a € 3.831.000 il pregiudizio economico complessivo subito da Business Competence a causa dell’illecita condotta di Facebook». «In conclusione - osservano i giudici - risulta accertato che il lancio dell’applicazione contraffattoria Nearby (...) ha impedito all’applicazione Faround di Business Competence di conseguire qualunque ricavo». E così i quasi 4 milioni di risarcimento liquidato comprendono non solo gli investimenti effettuati dalla società milanese per sviluppare il progetto concretizzatosi con la produzione dell’applicazione Faround, ma anche i ricavi complessivi che avrebbero potuto essere conseguiti dall’azienda con lo sfruttamento della sua geniale idea.