di Andrea Gianni
MILANO
Artigiani e operai hanno ricevuto, a giugno, una stringata comunicazione su WhatsApp, che li invitava a rimanere in ferie perché "non ci sono cantieri disponibili". Da allora stop alle comunicazioni, gli stipendi di maggio e giugno non sono stati pagati, mentre il futuro è un’incognita. "Per lavorare per Facile Ristrutturare sono rientrato dalla Svizzera, dove ho trascorso gli ultimi cinque anni – racconta il piastrellista Marco Dozio (nella foto) – e ora chiediamo che vengano rispettati i nostri diritti". È l’atto finale di una crisi che ha travolto la piattaforma leader dei lavori di ristrutturazione "chiavi in mano", cresciuta grazie anche a una massiccia campagna marketing, con volti noti come testimonial sui social. Una facciata che, però, è crollata.
Tra i guai anche una supermulta dell’Antitrust per presunte pratiche commerciali scorrette e ingannevoli nell’attività di ristrutturazione edilizia di immobili residenziali, anche attraverso false recensioni online. Lo scorso 12 giugno i vertici della società con sede centrale a Roma hanno depositato una richiesta di concordato preventivo, e da allora per i lavoratori inquadrati per lo più con contratti a termine è buio completo. Circa 250 impiegati e operai in Italia, tra cui una trentina a Milano, non hanno ancora ricevuto lo stipendio di maggio e giugno. "Ai lavoratori – spiega Flavio Cervellino, operatore della Filca Cisl di Milano – è stato comunicato di rimanere a casa, senza specificare come verranno coperte le giornate non lavorate. E con i cantieri fermi ci si chiede in che modo verranno reperite le risorse per pagare le retribuzioni. Lo scorso 2 luglio abbiamo inviato una richiesta di incontro alla direzione per discutere di questi temi, ma ad oggi non è pervenuta nessuna risposta. È una situazione assurda e inaccettabile". Il sindacato ha organizzato così un presidio davanti allo showroom milanese, in viale Cassala 46, che si terrà oggi dalle 11 alle 12.30.
"Più della metà dei lavoratori ha contratti a tempo determinato, ben oltre i limiti previsti dal contratto nazionale, alcuni sono in scadenza questo mese, altri il prossimo ottobre – denuncia la Cisl –. Anche sui rinnovi non si sa nulla, il timore è che l’azienda abbia intenzione di ridurre il personale". Anche il 58enne Marco Dozio, uno dei lavoratori coinvolti, ha un contratto a termine che scadrà a fine agosto. La sua è una storia particolare, perché dopo 40 anni di lavoro come piastrellista a partita Iva, a marzo ha accettato l’offerta di lavoro di Facile Ristrutturare, rientrando dalla Svizzera all’Italia. "Negli ultimi cinque anni ho lavorato fra Ginevra, Losanna e Lugano – racconta – e lì un artigiano guadagna il triplo rispetto all’Italia. Avevo però il desiderio di tornare a casa e mi sono lasciato convincere dall’opportunità, lavorando per la prima volta nella mia vita come dipendente". Fino a giugno il lavoro nei cantieri è proseguito regolarmente. Poi è arrivato il messaggio WhatsApp, e da allora i lavoratori sono nel limbo. Ma non è l’unico fronte aperto, perché i clienti attirati dall’opportunità di ristrutturazioni "chiavi in mano" rischiano di rimanere con i cantieri in sospeso.