ANDREA GIANNI
Cronaca

Fallimento Top Car Milano, auto venduta a più persone e soldi scomparsi: "Battaglia per riavere il denaro"

Il Tribunale mette in liquidazione la società, sede “fantasma“ e concessionaria chiusa. Assemblea alla Camera del lavoro per una strategia: "Più controlli su Srl con capitali bassi"

L’esterno degli uffici in viale Monza dove si trova la sede legale della società

Per l’acquisto di una Mercedes A 250 aveva versato 31mila euro, ma l’auto di lusso non è mai arrivata e la somma si è volatilizzata. Un altro cliente, una società con sede nel Milanese, ha pagato più di 36mila euro, spariti nel nulla. Ma i clienti beffati, che ora chiedono la restituzione del denaro, sono molti di più. Nella sede legale, in viale Monza 347 a Milano, non ci sono più tracce della società. Anche la concessionaria a Meda, in Brianza, è chiusa da tempo. Una vicenda approdata davanti al Tribunale fallimentare di Milano, che nei giorni scorsi ha dichiarato l’apertura della liquidazione giudiziale della società Top Car Srls, ha nominato un curatore e ha fissato l’adunanza dei creditori per l’esame dello stato passivo per il prossimo 11 ottobre. Tappa di una battaglia in salita per cercare di ottenere la restituzione delle somme già versate alla società sulla quale, emerge dalla sentenza, grava anche una "esposizione debitoria nei confronti dell’Erario" di quasi tre milioni di euro.

Facendo un passo indietro, l’impresa è stata aperta nel 2018, con sede a Milano e autosalone in Brianza, e si è specializzata nella vendita di vetture di medio-alto livello. Auto che venivano messe in vendita e pubblicizzate anche su piattaforme web specializzate, consultate da acquirenti di tutto il Nord Italia in cerca di offerte vantaggiose. Fino a quando, dopo la pandemia, è scoppiato il caso. Clienti che avevano versato caparre o avevano già pagato il prezzo pieno dell’auto sono rimasti con un pugno di mosche. Prima le scuse, raccontando di ritardi nella consegna delle vetture ordinate e nell’immatricolazione, con l’obiettivo di prendere tempo. Infine i responsabili hanno smesso di rispondere, sono spariti, e l’attività da un giorno all’altro ha chiuso i battenti.

La stessa auto sarebbe stata anche venduta a più persone, che venivano spinte a saldare il conto il più in fretta possibile per "non perdere l’occasione". E sono quindi fioccate le denunce dei clienti per truffa. Esposti approdati anche davanti al Tribunale fallimentare di Milano, che ha accertato "inadempimento contrattuale (...) e ingentissima esposizione debitoria maturata nei confronti dell’Erario". L’ultimo bilancio depositato risale inoltre al 2019. Dalla "cessazione dell’attività" e dalla "irreperibilità" dei responsabili della società, inoltre, emerge "uno stato di definitiva incapacità dell’impresa di far fronte regolarmente alle proprie obbligazioni".

Visti questi presupposti, la strada per recuperare i soldi versati appare quindi in salita. In attesa dell’udienza dell’11 ottobre Federconsumatori Milano ha organizzato un’assemblea, che si terrà il 2 ottobre alla Camera del lavoro in corso di Porta Vittoria, per "parlare della procedura giudiziale e degli aspetti penali della vicenda", definendo una strategia per assistere i creditori. "Oggi c’è bisogno di controlli serrati – spiega Carmelo Benenti, presidente di Federconsumatori Milano – soprattutto su quelle attività a capitale sociale così basso. Da anni supportiamo i consumatori vittime di queste truffe, e confidiamo che la magistratura rinvii a giudizio al più presto i responsabili, attivando anche le procedure di sequestro preventivo dei beni delle persone fisiche che amministravano la società".