False delibere e lavori fantasma. I truffatori del bonus facciate

Sequestrati quasi nove milioni di euro: "Con fatture false creavano crediti d’imposta da monetizzare". Tra gli indagati anche l’ex amministratore dei condomini, ricompensato dalla ditta con 431mila euro.

False delibere e lavori fantasma. I truffatori del bonus facciate

L’indagato amministrava 11 condomini in diversi quartieri di Milano

di Andrea Gianni

MILANO

Le false delibere dell’assemblea avevano al centro lavori per la riqualificazione delle facciate in realtà mai autorizzati che, attraverso fatture false, consentivano all’impresa edile Effegici Srl, con sede a Pero, di accumulare crediti d’imposta da "monetizzare attraverso la cessione a istituti di credito o a soggetti terzi". Il compenso per l’amministratore di condominio infedele era di 431.576 euro, bonificati dalla ditta a una società a lui riconducibile. La frode sul “bonus facciate“ è venuta alla luce grazie alle indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano, coordinate dal pm Alessandro Gobbis, sfociate nel sequestro di "crediti d’imposta, disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili" per quasi nove milioni di euro: 1.837.709 euro come "credito d’imposta non ancora monetizzato" e 7.082.361 euro come "profitto del reato". Sono indagati per truffa aggravata l’amministratore di condominio e due legali rappresentanti della Effegici, oltre alla società per la legge 231 sulla responsabilità delle aziende per i reati commessi da titolari e dipendenti.

Un’inchiesta che ha avuto origine dalle denunce dei condomini, residenti in stabili alla Bovisasca e in altri quartieri di Milano, che hanno scoperto di essere "beneficiari di crediti d’imposta ceduti alla Effegici in relazione a lavori di rifacimento facciata in realtà mai eseguiti né deliberati dalle assemblee". Crediti che poi erano stati in parte passati dalla società a un colosso del credito, per trasformali in denaro, sfruttando il meccanismo e le agevolazioni fiscali stabilite dal decreto rilancio del 2020 per "supportare la ripresa economica e superare la crisi collegata all’emergenza epidemiologica da Covid-19". In questo modo, secondo le accuse, i legali rappresentanti della società, in concorso con l’amministratore di 11 condomini, avrebbero "generato crediti d’imposta inesistenti per circa 60 milioni di euro attraverso la strumentale predisposizione di delibere assembleari false e l’emissione" di fatture per operazioni inesistenti che attestavano i lavori di riqualificazione.

Poco più di due anni fa, nella prima tranche delle indagini sulla truffa, la Gdf aveva eseguito un maxi sequestro per un totale di oltre 48 milioni di euro in relazione a lavori in realtà mai eseguiti in quattro condomini milanesi. Le denunce si sono accumulate e gli accertamenti si sono estesi anche su altri lavori “fantasma“, portando così al secondo decreto di sequestro preventivo emesso dalla gip Alessandra Di Fazio. La condotta illecita della ditta e dell’amministratore di condominio, si legge nel decreto, "dura almeno dal giugno 2021 e ha comportato ingenti danni per l’erario", l’Agenzia delle Entrate che compare come parte lesa. Un sistema già emerso in altre inchieste in tutta Italia, con al centro truffe legate ai vari bonus per la riqualificazione energetica degli edifici.