REDAZIONE MILANO

Milano, al Famedio altri 12 nomi illustri: da Gillo Dorfles a Inge Feltrinelli/ FOTO

Cerimonia al cimitero Monumentale, il sindaco Sala: "Donne e uomini che hanno fatto risplendere i valori ambrosiani e hanno vissuto la vita con generosità e coraggio"

La cerimonia della scopertura delle lapidi al Famedio

Milano, 2 novembre 2019 - È il giorno dei grandi milanesi. Oggi alle 11.30, come da tradizione, si è tenuta la cerimonia di iscrizione dei cittadini illustri nel Famedio del cimitero Monumentale. La cerimonia è stata aperta dal sindaco Giuseppe Sala e dal presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolè, che hanno illustrato le biografie dei 12 milanesi scelti lo scorso 24 settembre dall’apposita Commissione comunale per entrare nel Pantheon del Monumentale.

Nel suo discorso, il sindaco Sala, ha parlato di "donne e uomini che hanno fatto risplendere i valori ambrosiani e hanno vissuto la vita con generosità e coraggio". "Aprire le porte del Famedio, il 2 novembre, è come aprire le porte alla citta' dei vivi e a quella di chi ci ha lasciato, ma in realta' si tratta di una sola città: Milano fiorisce sul lascito morale di chi ci non c'e' piu'", ha spiegato il primo cittadino. "Non basta però contemplare o celebrare per renderci partecipi della grandezza di queste donne e questi uomini, serve un forte animo. Uno slancio vero, una volontà di futuro che Milano ha. Le nostre 12 personalità sono autentici campioni di milanesità, di talento e di passione" ha aggiunto.

"Quasi tutte le personalità - ha sottolineato il primo cittadino - sono state protagoniste nei campi del sapere, dell'editoria, del giornalismo, dell'arte, della musica, delle scienze a partire da Inge Feltrinelli, Mario Cervi e Gillo Dorfles. Questa dominante culturale è quanto mai significativa in relazione allo slancio della Milano di oggi, che è in gran parte uno slancio fatto di innovazione e di cultura. E anche lo sport, con Giancarlo Garbelli, rientra a pieno titolo nell'espressione dell'identità culturale e storica di Milano, e del suo appeal nel mondo: pensiamo solo alle Olimpiadi vinte in forza della grandezza complessiva della città".

Sala ha proseguito: "C'è anche chi, con la lotta partigiana e la Liberazione di Milano, ha creato le premesse di libertà necessarie allo sviluppo culturale. Le dittature di ieri e di oggi si propongono spesso di creare cultura. Ma è falsa cultura. E' cultura non libera, dunque falsa in radice. Libero Traversa, partecipando alla liberazione di Milano ha consentito lo sviluppo civico e culturale della nostra città. Perché la cultura milanese è libertà. Lo è sempre stata, ieri come oggi. A noi va il compito di raccogliere il testimone di questi grandi, e di portare avanti la loro missione non in uno scenario astratto, non in un futuro lontano, ma qui ed ora, a Milano, in questa città che è di esempio e di stimolo per tutto il Paese". Sala ha consluso: "E' un impegno che rinnoviamo al Famedio di fronte alle sfide che ci aspettano: l'equità sociale, la crescita, la sostenibilità e la cultura. In queste cose vogliamo crescere ancora, sul loro esempio e con gli strumenti che hanno creato. Strumenti che oggi abbiamo in mano noi, per creare ancora quella bellezza, quella forza, quell'orgoglio, quella emozione che Milano sa regalare a tutti"

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Dodici nuovi nomi al Famedio

I dodici nuovi nomi al Famedio sono: il critico d’arte Gillo Dorfles e l’editrice Inge Feltrinelli, il giornalista Mario Cervi e la fondatrice del Centro aiuto per la vita della Mangiagalli Paola Bonzi. Ma anche il partigiano «Aiace» Libero Traversa e il componente del Quartetto Cetra Antonio Virginio Savona. E, ancora, l’artista Rachele Bianchi, il ricercatore Luigi Dadda, il pugile Giancarlo Garbelli, il fondatore del Circolo culturale Perini Antonio Iosa, la giornalista e fumettista Elisa Penna e la giornalista e scrittrice Maria Grazia Perini.

Uno degli ultimi scomparsi in ordine di tempo, a fine agosto, è Iosa, 86 anni, vittima dell’agguato delle Brigate Rosse di via Mottarone a Milano. Era il 1° aprile 1980 quando gli uomini della colonna Walter Alasia condannarono a morte quattro democristiani davanti alla sezione milanese, una rappresaglia per l’uccisione di quattro terroristi uccisi dai carabinieri in via Fracchia a Genova. Iosa fu scelto come bersaglio perché era riuscito «a infiltrare la Dc tra la classe operaia». Alla fine i terroristi non mirarono alla testa ma spararono alle gambe. Trentaquattro operazioni per evitare l’amputazione, una vita di dolore, il ricordo di quella giornata mai dimenticato.

La morte del partigiano «Aiace» invece allo scorso 29 aprile, all’età di 89 anni. Traversa a 14 anni combatteva il fascismo. Il critico Dorfles, invece, è deceduto il 2 marzo 2018, poco più di un mese prima del suo centottesimo compleanno. È stato insignito dell’Ambrogino d’oro dalla città di Milano. Risale a un anno fa, invece, la morte di Inge Feltrinelli, che nel 1958 conobbe Giangiacomo Feltrinelli che sposò nel 1960, seguendolo quindi a Milano. Dal 1969, quando il marito entrò in clandestinità e ancor più dopo la sua morte nel 1972), Inge ha gestito l’omonima casa editrice. La scomparsa di Mario Cervi è avvenuta ancor prima, il 17 novembre 2015, quasi quattro anni fa. Giornalista e scritto, Cervi per anni è stato il braccio destro di Indro Montanelli al «Giornale». Non solo. Insieme al giornalista toscano ha scritto una serie di volumi della collana «Storia d’Italia». Cervi è stato anche direttore del «Giornale». Virgilio Savona del Quartetto Cetra, infine, è morto il 27 agosto 2009. Cantautore, compositore, produttore discografico e scrittore italiano. Fu sposato con Lucia Mannucci, anch’essa componente del Quartetto Cetra dal 1947.