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Un family-manager per i conti di casa: "Così il bilancio è sempre in ordine"

Nuove professioni: una mamma aiuta a coniugare casa e lavoro di LUCA BALZAROTTI

Simona Bergadano 48 anni, family manager Contatti: bergadanosimona@gmail.com

Milano, 18 maggio 2016 - Non solo le aziende. Anche le famiglie hanno bisogno di un manager. Un’intuizione di 16 anni fa trasformata in una professione - la family manager - che anche in Italia prova a ripercorrere la parabola fortunata vissuta negli Stati Uniti. Parte dalla Lombardia - da Milano in primis - un lavoro di nicchia che nei prossimi anni potrebbe essere la carta per coniugare casa e ufficio. Simona Bergadano, mamma di 48 anni, è stata una delle prime agli inizi del 2000 a specializzarsi come family manager.

Come ha iniziato la sua carriera professionale? «Ero una segretaria di direzione. Dopo la mia prima maternità, l’amministratore delegato mi chiese di occuparmi della gestione del tempo personale. Così, di famiglia in famiglia, ho iniziato questa professione».

Di cosa si occupa un family manager? «Di tutto quello che ruota attorno all’abitazione di una famiglia».

Qual è la sede di lavoro? «Generalmente un ufficio vicino alla residenza della famiglia dove si lavora. Una sede attigua ma separata per non invadere gli spazi privati».

Come inizia la sua giornata? «Il primo servizio è il controllo della posta cartacea ed elettronica. Mi relaziono con eventuali domestici per verificare che tutto si svolga per il meglio, gestisco la contabilità e verifico le scadenze di eventuali pagamenti. Tra le competenze del family manager rientra anche la verifica delle buste paga dei dipendenti delle famiglie, la ricerca di professionisti che soddisfino il bisogno di manutenzioni, la gestione di eventuali immobili di proprietà in affitto fino alla gestione dell’agenda quotidiana e settimanale per organizzare appuntamenti personali e di lavoro».

Agisce in autonomia? «Solo là dove ho avuto indicazioni su come comportarmi».

Qual è il valore aggiunto per una famiglia che sceglie di affidarsi a un manager? «Avere un bilancio dettagliato e preciso, con entrate e uscite. Il mio compito principale è evidenziare voci come le bollette e verificare se rispetto al mese precedente ci sia stato un incremento di alcune spese. Devo mettere una famiglia o un professionista nelle condizioni di valutare i costi e, in alcuni casi, consiglio come tagliarli».

Come, ad esempio? «Suggerendo alternative ai contratti in essere per luce e gas se il mercato offre proposte più vantaggiose».

Chi ha più bisogno di un family manager? «Non solo i professionisti. Può essere utile anche per una famiglia neonata che deve organizzarsi. A volte non è necessaria una presenza di cinque giorni su cinque full time. Basta anche una consulenza».