ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

I fantasmi di Rogoredo: siringhe, buchi in strada, spaccate e prostituzione. “Agosto è un mese nero”

In via Orwell gli schiavi dell’eroina si drogano sotto gli occhi dei passanti. E nella notte spadroneggiano sbandati e sfruttatori delle giovani lucciole

Degrado e tossicodipendenti nella zona del boschetto di Rogoredo

Degrado e tossicodipendenti nella zona del cavalcavia Pontinia a Rogoredo

Milano – Non è più il via vai impetuoso di un tempo. Quando il famigerato “Boschetto“, buco nero della droga, attirava, come falene, oltre mille persone al giorno da tutta la Lombardia. Ma oggi, a distanza di oltre un lustro dall’operazione che ha smantellato la più grande piazza di spaccio del Nord Italia, i tossicodipendenti a Rogoredo sono tornati. Numerosi. Lungo la scala che arriva al cavalcavia Pontinia sono comparsi i cumuli di rifiuti, le siringhe abbandonate, le stagnole bruciate. Pochi gradini percorsi ed eccoli lì: due ragazzi che si iniettano eroina.

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Un eroinomane con la siringa piantata in una gamba intercettato lungo la scala che conduce al cavalcavia Pontinia

Sono un centrafricano con i pantaloni calati e un italiano sdraiato a terra, con un rivolo di sangue che gli scende lungo la pelle. In comune hanno l’età — sotto i trent’anni in apparenza — e una siringa conficcata nella gamba. Lo smercio non si fa più alla collinetta e lunga la spianata, ma tra i binari e San Donato. In via Sant’Arialdo, infatti, non c’è più la “processione“ dei tossicodipendenti. Ma in via Orwell il passaggio è tornato ad essere fitto in modo preoccupante: sono acquirenti non solo di eroina, ma anche di cocaina, crack e ketamina. L’età oscilla.

Dai giovanissimi, anche donne, che si sono appena avvicinati al consumo di sostanze, ai tossici di lungo corso riconoscibili per l’andamento barcollante, l’aspetto devastato, le gambe purulente. C’è chi cammina scalzo, coi piedi sporchi e lo sguardo allucinato.

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Degrado a Rogoredo

Qualcuno è anche psicologicamente violento. Alla toilette a pagamento dentro la stazione ferroviaria, di fronte ai nostri occhi, ieri pomeriggio un 40enne con il cane ha inveito contro la povera addetta, “colpevole“ di non fargli usufruire del servizio del bagno gratuitamente. Lei zitta, a dover ingoiare l’offesa di fare il mestiere più antico del mondo. C’è quello che sta male e stramazza a terra. È successo al supermercato “To.Market“ giusto due giorni fa. «È entrato uno “fatto”, forse ha avuto un malore, fatto sta che è svenuto – rivela la cassiera –. Deve avere picchiato la testa. C’era sangue dappertutto sul pavimento e abbiamo dovuto chiamare l’autoambulanza. Purtroppo quella dei ragazzi tossicodipendenti è una presenza assidua tra gli scaffali. Non certo come clienti. Entrano solo per rubacchiare qua e là, le birre soprattutto». Un mese, una spaccata alla parafarmacia che sorge accanto.

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Un uomo racimola soldi alla stazione della metropolitana Rogoredo

Ci sono poi donne che per la droga sono disposte a tutto, anche a toccare il livello più basso del proprio degrado: «Io attacco alle sei del mattino e le vedo alcune ragazze che fanno le prostitute per un “punto“ di eroina. Perlopiù il fenomeno si concentra di notte. Qualcuna si è anche confidata con me. Non sono tutte “libere professioniste”. C’è un giro di chi le sfrutta e si tiene la maggior parte dei loro guadagni», rivela una barista, anonima per paura di ritorsioni.

«Agosto per Rogoredo è il mese peggiore dell’anno. La gente che abita in zona va in vacanza, i lavoratori di “Sky“ sono in ferie, crolla il numero dei pendolari e diminuiscono le forze dell’ordine in giro: così torna il far west. In giro sono solo cani sciolti. I tossici ci saranno sempre perché la stazione è senza barriere ed è comodo per chi arriva da Pavia, Piacenza, Cremona e altre città d’Italia» afferma M.A., residente del quartiere dal 2009.

Solo Christian Battista, socio del Post Office di via Cassinis, non molla la speranza: «Per quel che mi riguarda la situazione è migliorata da questo lato della stazione. Ci sentiamo molto più sicuri da quando ha aperto, giusto cinque anni fa, il presidio di Polizia Ferroviaria dentro Rogoredo. Prima, se succedeva qualcosa, dovevano arrivare gli agenti da Lodi. E dovevi pregare che riuscissero a farlo in fretta».