REDAZIONE MILANO

Fari su impianto anti-incendio e opere interne

Le indagini sul rogo di via Cantoni a Milano si concentrano sulla sicurezza sul lavoro e sulle circostanze dei giovani presenti nello showroom. Si verificano mancanze di uscite di emergenza e impianto antincendio. Si indaga su eventuali rapporti lavorativi non ufficiali.

Le indagini sul rogo di via Cantoni a Milano si concentrano sulla sicurezza sul lavoro e sulle circostanze dei giovani presenti nello showroom. Si verificano mancanze di uscite di emergenza e impianto antincendio. Si indaga su eventuali rapporti lavorativi non ufficiali.

Le indagini sul rogo di via Cantoni a Milano si concentrano sulla sicurezza sul lavoro e sulle circostanze dei giovani presenti nello showroom. Si verificano mancanze di uscite di emergenza e impianto antincendio. Si indaga su eventuali rapporti lavorativi non ufficiali.

Le indagini sul rogo di via Cantoni sono partite dalla caccia al nordafricano che avrebbe minacciato i genitori del titolare dello showroom, ma allo stesso tempo si concentreranno pure su altri due fronti. Il primo riguarda gli aspetti legati alla sicurezza nei luoghi di lavoro, che saranno approfonditi dai vigili del fuoco: dagli accertamenti preliminari è emersa l’assenza di un’uscita di emergenza, che giovedì sera avrebbe potuto rivelarsi decisiva per la salvezza dei tre ragazzi uccisi dalle esalazioni killer dell’incendio. Poi verranno effettuate verifiche anche sull’impianto antincendio, che da indiscrezioni ancora da confermare non era presente nei locali in zona Villapizzone. Al setaccio pure i documenti catastali, per capire se i soppalchi raggiungibili con una scala di ferro siano stati regolarmente segnalati o se invece siano opere abusive.

L’altra questione, altrettanto importante, deriva da un interrogativo, al quale dovranno dare risposta gli specialisti del Nucleo tutela lavoro dell’Arma: cosa ci facevano nello showroom i due fratelli di 17 e 18 anni e il designer di 24 anni? Sembra che il più grande abbia collaborato in qualche occasione con la ditta del ventiseienne L.J., ma dai documenti non sarebbe emerso un rapporto lavorativo ufficiale. Lo stesso vale per il minorenne Liu Yinjie e per la sorella Dong Yindan, figli di una cugina del proprietario, che erano arrivati nei giorni scorsi a Milano: con ogni probabilità, il capannone era per loro un "appoggio" temporaneo, in attesa che la madre trovasse una sistemazione più adeguata per loro.

N.P.