Milano, 20 maggio 2020 - "Se Milano riparte, riparte il Paese ma se Milano non riesce a ripartire sarà un segno drammatico". Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, in diretta su Rtl 102.5, parlando della crisi economica che ha colpito la città dopo l'emergenza Covid. "Bisogna tornare al lavoro in fretta, sostenere il tessuto economico di piccole e medie imprese che soffrono e bisogna dare loro ossigeno - ha aggiunto il primo cittadino -, motivo per cui voglio dimenticarmi dei conti stretti del Comune per cercare di aiutare quelli che hanno creato la Milano che avevamo visto prima della pandemia. I successi li creano i cittadini e il tessuto economico e sociale".
Parlando poi delle misure economiche adottate dal governo, il sindaco ha aggiunto: "Ho stima di Conte l'ho detto piu volte e lo dico anche oggi ma patti chiari e amicizia lunga: i sistemi del pre Covid oggi non funzionano, non è che si possono prendere 3 mesi per risolvere questa cosa, si prendono 15 giorni come si fa nei momenti di crisi e poi ci riferiscono". Sala ha quinti annunciato battaglia a oltranza, "non certo per me ma per i milanesi" e per chiedere al governo che i Comuni virtuosi come Milano possano indebitarsi per sostenere la città in un momento di crisi come questo. Il governo "sta facendo azioni giuste per sostenere il tessuto sociale italiano, si sta indebitando con il permesso dell'Europa - ha aggiunto Sala -. Siccome io a Milano non voglio tagliare servizi perché un governo si può indebitare e una città come Milano no? Mi devono convincere". Il governo poi, ha sottolineato ancora Sala, "parte da una situazione debitoria gravissima, noi come Comune in questi anni abbiamo ridotto il debito e abbiamo partecipazioni, immobili da vendere. Qualcuno mi spieghi perché un Paese già indebitato come l'Italia si può indebitare e non può farlo una città solida come Milano".
Infine una nota sugli aiuti ricevuti: "C'è l'abitudine di dare pochi soldi agli enti locali, questo discorso poteva andare bene in situazioni normali ma oggi no, abbiamo sotto i cittadini che manifestano. Ma mi preoccupano anche di più quelli che non manifestano ma sono a casa che soffrono o hanno i negozi chiusi".