ANDREA GIANNI
Cronaca

Fastweb, reintegrati ma trasferiti a Bari: "Punizione per aver fatto causa"

La rabbia di 32 dipendenti milanesi dell'azienda di telecomunicazioni

I lavoratori si occupano di assistenza clienti

Milano, 7 giugno 2019 - Il reintegro in Fastweb ci sarà, ma invece che a Milano andranno a lavorare a Bari, a quasi 900 chilometri di distanza dalla città dove vivono con le loro famiglie. Sono sul piede di guerra 32 lavoratori milanesi che denunciano un «trasferimento ritorsivo», per punirli dopo la scelta di avviare una battaglia legale contro l’azienda di telecomunicazioni.

La vicenda affonda le radici nel 2012, quando Fastweb cedette un ramo d’azienda a Visiant Next, società del settore call center che riassorbì anche 720 dipendenti della compagnia. Un’operazione che per Fastweb era motivata dalla decisione di esternalizzare il servizio di assistenza clienti, affidato alla stessa Visiant Next, che ha avuto però uno strascico nei Tribunali. In 72, infatti, tra Milano, Torino, Napoli e Catania hanno fatto causa per chiedere di essere reintegrati in Fastweb, e i giudici hanno dato loro ragione. Nel frattempo hanno continuato a lavorare in Visiant Next, in attesa di riottenere a tutti gli effetti il loro vecchio posto di lavoro. Il reintegro alla fine è arrivato ma, amara sorpresa, da luglio il loro ufficio di destinazione sarà la sede Fastweb nel capoluogo pugliese. Una scelta motivata dall’azienda con il fatto che a Bari sono state concentrate le attività di assistenza clienti.

«Il trasferimento sarà contestuale al reintegro - spiega Attilio Naddei, sindacalista della Slc-Cgil che sta seguendo la vertenza - e la scelta della sede di Bari comporta pesanti ripercussioni sulle famiglie. Si tratta di una scelta chiaramente ritorsiva nei confronti di 72 lavoratori e lavoratrici legittimamente reintegrati nel loro posto di lavoro». Un provvedimento che comporta grossi disagi soprattutto per chi intanto a Milano ha formato una famiglia, e ora dovrà trovarsi una casa in Puglia. L’accordo sindacale di sette anni fa sulla cessione del ramo d’azienda, spiega la Slc-Cgil, «nulla ha a che vedere, né in alcun modo giustifica la scelta scorretta di eludere la decisione dei giudici che hanno riconosciuto il diritto alla reintegra dei lavoratori e delle lavoratrici». i sindacati invitano quindi Fastweb a fare dietrofront: intanto hanno chiesto un incontro urgente alla società di telecomunicazioni. «Stiamo valutando eventuali iniziative di protesta - sottolinea Naddei - con l’obiettivo di scongiurare questo trasferimento collettivo coatto». Operazione che potrebbe innescare una nuova battaglia in Tribunale, con alcuni lavoratori che starebbero già valutando di impugnare il provvedimento, portando di nuovo Fastweb davanti a un giudice e finendo nuovamente nel limbo.