REDAZIONE MILANO

"Fateci rivedere i nostri anziani riaprite le porte delle residenze"

La lettera alla Rsa Marchesi: il divieto anche in arancione. Trezzo e Bussero “chiuse”

"Riaprite le porte della Rsa ai parenti, è ora di finirla", lo scritto di un familiare all’attacco della Rsa Marchesi. Toni molto forti: "I nostri anziani piangono". Alla Rsa della Fondazione si replica immediatamente: "Rabbia che comprendiamo, toni e modalità non condivisibili - così il direttore sanitario - . Che gli anziani soffrano la lontananza dai cari è verità sacrosanta. Ma in un clima come quello attuale, che è ancora di totale incertezza, deve valere la linea prudenziale". Un problema, quello del rientro delle famiglie in struttura, che si affronta quasi ovunque in queste settimane, da Gorgonzola a Bussero a Trezzo e molte altre, anche nelle Rsa della zona. Maggio, con modalità diverse, potrebbe essere il mese della parziale riapertura delle porte. A Gorgonzola, Rsa, Vergani e Bassi, si battezza invece lunedì la "stanza degli abbracci".

Torniamo alla Fondazione Marchesi, che ospita ad oggi 53 anziani non autosufficienti, e dove le visite erano state nuovamente consentite, a turni e previo tampone a cura della stessa fondazione, a vaccini fatti. A metà marzo erano state nuovamente sospese. Le famiglie attendono. Ma ecco una lettera dai toni forti, nonché un post in rete poi rimosso, siglati da un familiare. "La Rsa Marchesi di Inzago non riapre neanche in zona arancione. Il solo interesse è non avere rotture di scatole o controlli e lavorare quanto necessario senza permetterci di vedere i nostri genitori zii e nonni. Che chiedono quando ci vedremo e piangono. Sono esseri disumani: è inconcepibile che gli anziani siano annullati in questo modo. Come se fossimo in una dittatura". Una menzione per l’associazione Felicita (per i i diritti degli anziani nelle Rsa, costituita nei mesi scorsi a livello regionale): "Ha contattato i prefetti, è istituita una commissione per modificare questa anarchia. Ma mio nonno non ha tempo". Di una possibile riapertura in sicurezza il consiglio della Fondazione parlerà a breve. Per ora parla il direttore sanitario, Davide Spiga: "Sono sempre stato il primo a sottolineare che la lontananza dai cari fosse un danno per i nostri anziani. Ogni qualvolta vi sono stati spiragli, abbiamo concesso riaperture. Tutte le famiglie stanno aspettando. E la nostra intenzione, se la situazione lo consentirà, è di riaprire. Speriamo in maggio".

Valutazione e scelta spettano per struttura alla direzione sanitaria: "Non vi sono indicazioni univoche da Regione e Ats. Abbiamo una grande responsabilità". Lo sfogo finale: "A fronte di tanta sofferenza per il distacco, mi aspettavo che qualche famiglia scegliesse di portare il proprio anziano, anche pro tempore, e a fronte del momento rischioso, a casa. Non lo ha fatto nessuno".

M.A.