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Fedez e la querela al Codacons per diffamazione. L’associazione: “Non è detta l’ultima parola”

A Milano si sono chiuse le indagini sul sodalizio, potrebbe arrivare un rinvio a giudizio. “Constatiamo come la Procura di Milano condivida la possibilità di un cittadino di definirsi 'nullatenente' pur generando flussi milionari di denaro con le proprie attività”

Fedez ha querelato il Codacons per diffamazione

Fedez ha querelato il Codacons per diffamazione

Milano, 27 maggio 2024 – Tra i mille fronti aperti per Fedez (in primis la separazione da Chiara Ferragni e l’indagine per rissa nel caso Iovino) ce n’è uno che potrebbe (ma il condizionale è d’obbligo) portare una gioia. In Procura a Milano sono state chiuse le indagini nei confronti del Codacons per una presunta diffamazione ai danni di Fedez. Solitamente questo passaggio prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Ma non è automatico. L’associazione si ritrova indagata per aver chiesto alla Guardia di finanza di fare luce sulle società riconducibili a Federico Lucia, dopo che questo si era definito “nullatenente, perché è tutto intestato alle società mie, quindi nullatenente” rispondendo a una domanda rivoltagli in tribunale a Milano nel 2020.

Il Codacons ha commentato la notizia: “La vicenda non è affatto conclusa, in quanto dopo la chiusura delle indagini sarà il Giudice a dover valutare la legittimità dei nostri dubbi". “Per la Procura di Milano sembrerebbe essere lecito definirsi 'nullatenenti' anche se, con una rete di società facenti sempre capo a colui che si è così definito, si generano enormi flussi milionari di denaro" osserva il Codacons in una nota. "Siamo felici che stavolta l'operato del rapper rientri nella piena legalità, e constatiamo come la Procura di Milano condivida la possibilità di un cittadino di definirsi 'nullatenente' pur generando flussi milionari di denaro con le proprie attività - ha sottolineato –. Ricordiamo però che la vicenda non è affatto conclusa, in quanto dopo la chiusura delle indagini sarà il Giudice a dover valutare la legittimità dei nostri dubbi, e valutare se una semplice ma dovuta richiesta di chiarimenti sulle società facenti capo al rapper avanzata alla Guardia di Finanza possa rappresentare una forma di diffamazione, anche in considerazione del fatto che analoghi esposti a Fiamme Gialle e Agenzia delle Entrate sono stati inoltrati dal Codacons nei confronti di altri influencer operanti in Italia".