Prima scena. Ore 3.23 del 22 aprile, siamo in via Traiano a Milano. Una delle telecamere a presidio del complesso residenziale "Parco Vittoria" riprende quello che succede in strada. C’è un van nero fermo al centro della carreggiata. Uno dei fotogrammi è tratto dal video che ha immortalato per intero la sequenza e si concentra su ciò che accade sulle strisce pedonali: un uomo con le scarpe bianche indietreggia dopo un primo rapidissimo faccia a faccia per sfuggire a cinque-sei uomini che avanzano minacciosi. Ecco le fasi iniziali del pestaggio a Cristiano Iovino, che proseguirà nei secondi successivi prima sul marciapiedi vicino all’ingresso del civico 35 e poi in una piccola area verde di fianco al locale portineria.
Il filmato al centro dell’indagine non svela i volti dei protagonisti, ma i due vigilantes di turno in guardiola quella notte metteranno a verbale di aver riconosciuto "senza ombra di dubbio" Federico Leonardo Lucia in arte Fedez tra gli aggressori.
Ieri il rapper trentaquattrenne – indagato dalla Procura per rissa, lesioni e percosse in concorso – ha ridimensionato l’allarme sulle sue condizioni di salute e smentito tramite lo staff le voci che lo davano ricoverato in ospedale.
Chi c’era con lui quella notte? L’inchiesta sta andando avanti: stando a quanto risulta, sarebbero stati identificati altri tre componenti del gruppo arrivato a bordo del Mercedes. L’inquadratura non riprende il taxi che a un certo punto compare dietro il van: il conducente prova a infilarsi nello spazio lasciato dal veicolo nero per proseguire lungo via Traiano. Dopo un paio di tentativi, capisce che non ci passa e innesta la retromarcia per tornare indietro di qualche metro e svoltare a sinistra in via Petitti. Gli investigatori stanno cercando di rintracciare il tassista, anche perché quasi tutte le auto bianche sono dotate di una dashcam. Non è l’unico veicolo sulla scena: ce ne sono altri due che si muovono in quei minuti, ma almeno uno non è certamente occupato da persone coinvolte nella "spedizione punitiva".
E arriviamo al secondo fotogramma, che con ogni probabilità mostra le sequenze conclusive: ci sono alcune persone sul marciapiedi, altre sulle strisce davanti al van. Iovino è fuori dalla visuale dell’occhio elettronico, forse è già rientrato nell’appartamento dove risiede: lì lo troveranno i carabinieri, in compagnia dell’ex tronista e dj Salvatore Angelucci. Verosimilmente è quello il momento in cui uno o più membri del gruppo minacciano il portinaio e la guardia privata in servizio, dicendo loro di non contattare le forze dell’ordine ("Non chiamate nessuno, fatevi i c. vostri") e chiedendo di esibire documenti d’identità e cellulari (evidentemente per conoscere le generalità e per verificare che non abbiano scattato foto o girato video).
Intimidazioni che non spaventano i vigilantes, tanto che subito dopo scatta la segnalazione al 112. I primi ad arrivare sono i soccorritori di Areu e un equipaggio del Radiomobile: Iovino si fa medicare le ferite al volto e alla testa, ma rifiuta il trasporto in ospedale; ai militari specifica di non voler sporgere querela e di non sapere chi lo abbia picchiato, facendo un generico riferimento a una precedente lite "con sconosciuti" al The Club. Quelle parole raccontano solo una parte della verità, per gli inquirenti: la discussione è sì avvenuta nel locale di corso Garibaldi, ma con una persona nota al personal trainer. È Fedez, accompagnato dal bodyguard ultrà Christian Rosiello. Il motivo? L’ipotesi dell’apprezzamento a una ragazza ha perso quota: per il titolare della discoteca, dietro ci sarebbero solo futili motivi legati all’alcol.