Milano, 28 maggio 2024 – Fedez, Iovino, le tre auto (più il van) e la bionda. Tutti sulla scena del raid, almeno stando a quanto emerso dalle dichiarazioni dei testimoni e dall’analisi dei filmati registrati da una telecamera. Già, il video. Quello finito agli atti dell’inchiesta sul pestaggio subìto dal personal trainer romano ha ripreso quasi integralmente quello che è successo nella notte tra il 21 e il 22 aprile in zona Portello.
Quattro minuti di registrazione (di cui circa 40 secondi nell’estratto disponibile sul nostro sito www.ilgiorno.it) da un punto distante alcune decine di metri dal luogo in cui è andata in scena la presunta spedizione punitiva, secondo tempo della scazzottata al The Club. La risoluzione delle immagini non consente di distinguere i volti, ma le sagome sì; e la pioggia non incide affatto, a dispetto di quanto sostenuto da Fedez qualche settimana fa.
Attimo per attimo
Ore 3.23, siamo davanti agli ingressi del complesso residenziale "Parco Vittoria": Iovino vive lì, in una delle sei torri. Il primo frame lo immortala sullo scivolo per disabili del marciapiedi davanti al civico 35: indossa scarpe bianche, aspetta qualcuno. Quel qualcuno si palesa dopo pochi istanti: sbuca dal portellone laterale di un Mercedes Vito lasciato in mezzo alla strada.
Secondo le testimonianze, il corpo esile che si agita nervosamente e colpisce l’aria con un paio di pugni appartiene a Federico Leonardo Lucia, verosimilmente il primo ad andare incontro a Iovino. In teoria, dovrebbe essere un chiarimento post lite in discoteca, ma la dinamica racconta altro. Con Fedez ci sono anche altri uomini, almeno cinque o sei: tra loro ce n’è uno pelato, che potrebbe essere, ipotizzano gli inquirenti, il suo bodyguard Christian Rosiello, esponente della Curva Sud.
Il personal trainer fa qualche passo, la prima fila gli va addosso e lo costringe a indietreggiare velocemente. Il "branco" lo circonda e lo spinge contro gli scooter parcheggiati. Poi il gruppo sparisce dall’inquadratura. Intorno c’è movimento.
Trambusto di veicoli
Dietro il van coi fari accesi, ecco un taxi: il conducente prova ad aprirsi un varco per proseguire lungo via Traiano, ma dopo alcune manovre capisce che non c’è spazio per superare a destra il Mercedes; così l’autista fa retromarcia per crearsi lo spazio per svoltare a sinistra in via Petitti. Lo stesso fa un’altra macchina bianca, che gira nella stessa direzione senza indugiare. E poi c’è un terzo veicolo grigio, posteggiato sul margine destro della carreggiata: un uomo proveniente dalla zona del pestaggio si avvicina, aziona l’apertura centralizzata delle portiere (si intuisce dalle quattro frecce che s’illuminano), sale a bordo, accende l’auto e si allontana.
Era uno degli aggressori? Il gruppo è arrivato lì con due veicoli? È in quei momenti che dal van spunta una ragazza bionda, che indossa un abito grigio e calza scarpe col tacco: osserva quello che succede, poi scende e corre verso gli altri, sparendo dalla visuale. Chi è?
Le testimonianze
Il portinaio e la guardia privata di turno in guardiola racconteranno ai carabinieri che alcuni degli aggressori li hanno minacciati ("Fatevi i c. vostri, non chiamate nessuno") e hanno chiesto loro di consegnare cellulari e documenti.
C’era pure Fedez nel gruppo del van? "Senza ombra di dubbio". Iovino, invece, è già tornato a casa: ai militari spiega di non conoscere chi l’ha pestato, accenna a una lite in discoteca e dice di non voler sporgere denuncia. Una scelta che confermerà nelle settimane successive, sancita pare anche da un accordo col rapper. Una scelta che farà decadere le accuse di lesioni e percosse nei confronti dell’artista, ma che lascerebbe in piedi il reato di rissa. Peccato che il video dimostri che non è stata una rissa, ma un blitz di tanti contro uno.