REDAZIONE MILANO

Femminicidio a Milano: Trentanove coltellate a Giulia e al piccolo Thiago

Due mesi dopo l'orrendo femminicidio di Giulia Tramontano, la Procura di Milano sta definendo le accuse prima di chiedere il giudizio immediato. Ricostruire il racconto di quelle ore e le aggravanti è fondamentale per determinare la pena.



Femminicidio a Milano: Trentanove coltellate a Giulia e al piccolo Thiago

Femminicidio a Milano: Trentanove coltellate a Giulia e al piccolo Thiago

L’ultimo femminicidio, vittima una giovane che stava per diventare mamma, è stata due mesi fa.

Giulia Tramontano, 29 anni, avrebbe partorito proprio in questi giorni il suo piccolo Thiago.

É morta, invece, per l’odio, tradotto in 39 coltellate, del suo compagno e padre del bimbo, Alessandro Impagniatiello, che dopo il delitto ha tentato di dare fuoco al cadavere per cancellarne l’identità e poi l’ha avvolto in un cellophane e lasciato tra le sterpaglie accanto al garage in cui posteggiava la macchina. Ora lui si trova a San Vittore con l’accusa di omicidio pluriaggravato. Ha confessato, riempiendo i verbali, però, di una serie di incongruenze, e ha fatto ritrovare il corpo solo dopo 4 giorni.

A distanza di due mesi dall’orrendo omicidio di Senago, la Procura di Milano sta definendo il quadro delle accuse prima di chiedere il giudizio immediato. In questi giorni sarà depositata la relazione finale degli investigatori, che riassumerà gli esiti degli esami tossicologici e delle risposte ai quesiti posti al team di medici che hanno eseguito l’autopsia. Questa relazione sarà poi confrontata con il quadro delle prove raccolte per rafforzare le aggravanti, soprattutto quella della premeditazione. Ormai è certo che il barman trentenne ha fatto tutto da solo. Nessuno lo ha aiutato a disfarsi del corpo: né la mamma, mai indagata e oggi definitivamente esclusa anche dai sospetti di chi sta indagando, né il fratello. La madre ha aiutato il figlio nelle ricerche convinta di trovare Giulia viva, solo fuggita da qualche parte, non pensando di trovare un corpo, hanno spiegato gli investigatori. Esclusa, ad oggi, pare anche la pista dell’avvelenamento con topicida, di cui non ci sarebbero tracce evidenti nel corpo di Giulia.

In questi giorni saranno comunque depositati gli esiti tanto attesi.

Quando il quadro sarà completo si celebrerà il processo in Assise che, per la definizione della pena, si giocherà sulle aggravanti. Per questo è determinante ricostruire il racconto di quelle ore aldilà di quanto ha detto l’inaffidabile Impagnatiello.

Le ustioni sul corpo di Giulia Tramontano emerse dall’autopsia, che hanno reso impossibile per i medici legali datare con certezza la morte, sono un ulteriore elemento che gli inquirenti prendono in considerazione per arrivare a dimostrare la premeditazione, aggravante che renderebbe più pesante la sua posizione. Non un delitto d’impeto, ma un’azione pianificata, anche con azioni per depistare, con la consapevolezza che le indagini si sarebbero concentrate su di lui. Per questo sarà fondamentale ricostruire con precisione l’acquisto della benzina. Il barman, poi, avrebbe cercato in ogni modo di "alterare la scena del crimine", inscenando una fuga della giovane dalla loro casa di Senago seguita da un possibile suicidio. Gli accertamenti proseguono per ricostruire "il prima e il dopo del delitto".

Anna Giorgi