La fuga di Christian Filippo Braidich è finita il giorno del suo quarantaduesimo compleanno, poco dopo l’ora di pranzo, in un ristorante di Mariano Comense in cui stava festeggiando assieme alla moglie. Come un qualunque uomo libero, confuso tra le famiglie del pranzo della domenica.
Pochi minuti dopo il brindisi, gli agenti del Nucleo Investigativo regionale della polizia penitenziaria di Milano hanno messo fine all’evasione iniziata il 22 giugno scorso, quando “il ras delle Case bianche“, aveva trovato un varco mentre lavorava nell’officina del carcere di Bollate. Da quel momento era sparito, facendo però partire cinque mesi di indagini per arrivare a localizzarlo. Grazie ad accertamenti progressivi portati avanti dalla Polizia Penitenziaria, si è arrivati a circoscrivere alla Brianza il luogo in cui ultimamente aveva trovato alloggio assieme alla moglie, certamente grazie a conoscenti fidati che gli avevano garantito aiuto e copertura. Un sistema che ha funzionato per settimane, durante le quali Braidich, considerato uno degli esponenti di spicco della famiglia rom che controlla il quartiere tra viale Sarca e viale Fulvio Testi, ha vissuto nella zona al confine tra le province di Monza e Como. Salvo poi decidere di uscire a festeggiare la sua giornata speciale, in un ristorante di Mariano Comense. Quando gli agenti lo hanno avvicinato, erano pronti a contrastare reazioni violente e scatti a sorpresa per guadagnarsi nuovamente la fuga. Ma così non è stato: Braidich si è consegnato, senza opporre resistenza, mentre la moglie gridava tutta la sua disperazione contro chi le stava "portando via" il suo Christian.
Nato a Benevento il 17 novembre 1982, era in carcere da aprile di tre anni fa, arrestato durante un’operazione che aveva portato dietro le sbarre una trentina di persone per un giro di spaccio di droga in centro a Milano: a lui, in particolare, veniva contestata la vendita di undici chili di hascisc, che si è tradotta in una condanna a una decina di anni. A cui si era aggiunto un patteggiamento per armi: in tutto, fine pena 2032. Ai carabinieri di Milano era già noto: il 10 giugno 2019, alla guida di una Ducati, aveva esploso alcuni colpi di pistola in corso Como, forse conseguenza di una lite avvenuta davanti a un bar. Anche quella volta era sparito per più di un mese, fino a essere trovato e arrestato in Liguria.
Finito a Bollate, aveva guadagnato la fiducia che viene riconosciuta ai detenuti meritevoli di partecipare ad attività, inserirsi in percorsi lavorativi e muoversi liberamente dentro il carcere. Salvo poi, il 22 giugno, notare una possibile via di fuga, che gli aveva fatto riguadagnare la libertà. Della sua assenza, il carcere si era accorto solo in serata, quando non era ritornato nella sua cella. Ma a quell’ora, Braidich era ormai chissà dove, accolto dagli amici e parenti che si sono subito occupati di fornirgli accoglienza e ogni necessità.