Milano, 14 novembre 2024 – Dopo l’approvazione dei conti, con i primi nove mesi dell’anno che vedono i ricavi in crescita del 4%, la stima di chiudere l’anno a 255-265 milioni di euro. Un range sopra le aspettative di almeno dieci milioni rispetto alla guidance precedentemente annunciata.
Insomma, Francesco Conci, ad e direttore generale di Fiera Milano, si sta concludendo un anno positivo?
“Abbiamo superato le aspettative, lavorando bene su tutte le linee di business e di prodotto. Positiva la performance delle manifestazioni (+12%) e l’aumento della penetrazione dei servizi (+24%). Un boost generale è poi arrivato anche dai congressi (+8%). Stiamo puntando inoltre sull’internazionalizzazione, usando la nostra capacità di mettere in contatto aziende nazionali con mercati emergenti. È il caso del Brasile, dove abbiamo sviluppato due nuove manifestazioni: Fruit attraction ed Esquadria”.
Un anno di trasformazione e grandi consolidamenti anche per il palinsesto milanese. Tra i consolidamenti pensiamo solo al Salone del Mobile, che, oltre a generare un indotto totale di 260 milioni (sommando gli eventi della Design Week), ha segnato un +17% di visitatori rispetto allo scorso anno. Cosa sta invece cambiando? Il vostro è un palinsesto in evoluzione.
“Quello che sta cambiando è il nostro modo di intendere la Fiera, come abbiamo espresso tramite il nostro nuovo Piano industriale. Lo sviluppo negli anni futuri ha al centro il tema della presenza sul territorio. Abbiamo una storia centenaria, radicata nel tessuto cittadino e gli eventi fieristici hanno sempre rappresentato un momento iconico di incontro, che raduna persone da tutta Italia e poi dal mondo. Vogliamo ridare centralità alla Fiera come grande sviluppatore di opportunità”.
Cosa significa?
“Abbandonare l’idea che la Fiera sia solo un luogo di scambio verticale e di mercato, ma offrire eventi che vanno sempre più verso la spettacolarizzazione e l’intrattenimento. Eventi rivolti anche sempre più ai giovani”.
Per restare sul filone dell’intrattenimento, avete di recente lanciato Purple, un evento B2C che unisce musica e moda in occasione della fashion week e che vuole “aprirsi” a tutti i cittadini. L’idea di rendere più “inclusivo” il palinsesto sarà uno dei vostri obiettivi anche in futuro?
“Abbiamo dedicato due padiglioni della Fiera alla cittadinanza, con nuove formule di prodotti che non sono più strettamente verticali e di business. Vogliamo parlare anche a chi non ha in mente questa struttura come luogo di aggregazione per grandi eventi. I nostri spazi, d’altronde, si trovano in un perimetro sicuro e molto ben servito da qualunque tipo di mezzo pubblico”.
Una Fiera che vuole “aprirsi” sempre più anche a chi vive Milano tutti i giorni?
“Sì. Ma non dimentichiamo che la capacità di un territorio di aprirsi si misura soprattutto nella sua capacità di rendersi interessante e pronta ad accogliere persone che non sono i suoi abituali frequentatori. Ogni volta che Milano è in grado di aprirsi, ne beneficiano tutti i cittadini”.
Novità anche per quanto riguarda la governance. Avete approvato il primo piano di azionariato diffuso, che coinvolge direttamente i dipendenti.
“Lo sviluppo dell’azienda non può prescindere dal coinvolgimento delle persone, che vuol dire anche responsabilità, che non è mai unidirezionale. L’obiettivo è coinvolgere attivamente il personale nella vita, nel risultato e nell’esito del lavoro di tutti noi”.