ANDREA GIANNI
Cronaca

Fiere, la svolta digitale non basta:"A rischio migliaia di posti di lavoro"

Piccole imprese chiudono e altre preparano nel silenzio esuberi da far scattare con la fine del blocco. L’appello della Cgil: serve un piano strutturale per il rilancio del settore e per sostenere i cambiamenti

Una manifestazione a Milano per chiedere tutele per le categorie colpite dalla crisi

di Andrea Gianni

Ci sono imprese del settore delle fiere, congressi ed eventi che hanno già licenziato nonostante il divieto, con mancati rinnovi di contratti a termine ed escamotage per aggirare la norma. Altre, nel silenzio, stanno preparando piani per esuberi da mettere sul tavolo quando sarà possibile licenziare, in una corsa a tagliare i costi attraverso riduzioni del personale. Dipendenti lasciati a casa e altri che potrebbero salvarsi o reinventarsi, condizioni al ribasso per i numerosi liberi professionisti che lavorano nel settore. Intanto la Cgil di Milano punta un faro sul colosso Fiera Milano, evidenziando rischi concreti per "circa 500mila posizioni lavorative coinvolte per la realizzazione delle circa 70 fiere annue", saltate a causa della pandemia e in alcuni casi riconvertite al digitale. Una rivoluzione che rende inutili figure professionali, dai trasportatori ai montatori degli stand, solo per citarne alcune, dietro le quinte dei grandi eventi. Ci sono i 650 dipendenti diretti del gruppo e poi un indotto ampio, che sta pagando a caro prezzo la situazione di stallo.

"In questo momento è tutto congelato – spiega Enzo Greco, della segreteria della Cgil di Milano – e questa situazione mette a rischio la sostenibilità di tutta la filiera. Il Governo e la Regione Lombardia devono intervenire con un piano concreto di sostegno, perché l’impatto occupazionale potrebbe essere pesantissimo su tutta la regione". Sul tavolo c’è la "contrazione del 63% dei ricavi nei primi nove mesi dell’anno" registrata dal Gruppo Fiera Milano, messo in crisi dal blocco dei grandi eventi dovuto alle misure anti-contagi. Fiere che slittano alla fine del lungo inverno, altre come l’Artigiano in Fiera che si riconvertono online che inedite sperimentazioni, creando uno spazio virtuale per gli espositori. Sono circa 500, ad esempio, le piccole imprese artigiane che hanno scelto di sbarcare sul portale promosso da Gestione Fiere Spa.

"La dimensione digitale è destinata a occupare uno spazio sempre più ampio – prosegue Greco – e questo cambiamento va sostenuto. In questo momento non bisogna abbandonare i lavoratori più fragili". Se il colosso delle fiere soffre, aziende più piccole che ruotano attorno al mondo degli eventi hanno già chiuso i battenti, spazzate via dalla crisi economica. Sono rimasti senza lavoro persone che si occupavano di servizi affidati a ditte esterne, o liberi professionisti impiegati nel settore. Fermi da quando la pandemia ha inceppato un motore che potrebbe riaccendersi facendo tabula rasa di migliaia di posti di lavoro.