
Parsi Mi interrogo, ancora una volta, con estremo disagio, ma anche con personale malcontento, su quale incidenza possa o, al contrario,...
ParsiMi interrogo, ancora una volta, con estremo disagio, ma anche con personale malcontento, su quale incidenza possa o, al contrario, non abbia potuto avere la psicologia, scienza della comunicazione e del comportamento, sulla legge. E, ancora, sulle leggi che fanno da contenitore ai peggiori crimini umani (tortura, stupro, pedofilia, l’omicidio e i crimini della guerra, il femminicidio e le perverse forme di persecuzione determinate da contesti familiari, sociali, culturali, religiosi, economici). Laddove è ascrivibile non soltanto all’assassino/a o a gruppi di malviventi organizzati, la responsabilità di ciò che tragicamente ferisce l’equilibrio del benessere psicofisico, individuale e collettivo. Così, hanno avuto su di me un dirompente effetto le dichiarazioni della sorella di Giulia Cecchettin che ha commentato, con profonda preoccupazione e condanna, la sentenza dei giudici i quali, pur avendo condannato all’ergastolo Filippo Turetta, non hanno riconosciuto la crudeltà relativamente alle 72 coltellate inflitte alla sua vittima. Quasi la crudeltà non fosse quell’evidente assenza di empatia che consente ad ogni “cuore di mostro” di commettere i crimini peggiori, amplificando al massimo il suo istinto aggressivo e senza tenere conto degli altri. E, in alcuni casi, agli altri e a se stessi per la formula: “Io morirò, ma morirete tutti”. Laddove, il darsi la morte dell’assassino sembra un autopunirsi mentre, in verità, è una fuga dal dover espiare la pena del ricordo e del prendere consapevolezza di ciò che ha fatto. Poiché crudele è una persona che, attraverso persecutorie forme di colpevolizzazione, di terrorismo psicologico che costringe altri esseri umani a vivere in una soggezione capace di determinare esaurimenti, depressioni, malattie del corpo. Del Cuore. E come si può, pertanto, non considerare crudele lo stalkeraggio di Turetta? O, forse, la paura del cuore di Giulia non veniva espressa se non attraverso un’impietrita incapacità di sottrarsi all’ascolto di quel colpevolizzante repertorio di recriminazioni? Un’impietrita incapacità alla quale tante persone spaventate rimuovono fino a cadere vittime di chi dice di provare un amore che, invece, è odio.