SANDRO NERI
Cronaca

Finanza, un anno in prima linea: "Così la crisi genera nuovi reati"

Il comandante regionale Stefano Screpanti: dopo evasione e riciclaggio presidi sanitari tarocchi e truffe sui ristori

Stefano Screpanti

Milano - "Tutte le crisi economiche dal dopoguerra a oggi hanno costituito l’occasione per il proliferare di fenomeni illeciti e quella originata dalla pandemia da Covid 19 non solo non ha fatto eccezione ma, interessando il settore sanitario, ha costituito terreno fertile anche per reati specifici di questo comparto". Potrebbe intitolarsi "il crimine ai tempi del lockdown" l’analisi che il generale Stefano Screpanti, comandante della Guardia di Finanza in Lombardia, traccia a un anno e mezzo dallo scoppio della pandemia. Una fase di superlavoro per le fiamme gialle proprio nel periodo di blocco di molte attività. "È stato necessario, pure nelle difficoltà che la diffusione del virus ha comportato, uno sforzo straordinario – precisa – da parte degli oltre 5.500 finanzieri della Lombardia che hanno intensificato il controllo del territorio, l’attività informativa, l’analisi di rischio con le numerose banche dati e sistemi informativi a disposizione e sviluppato, in un anno, 6.330 indagini per le Procure della Repubblica e la Corte dei Conti".

Quali gli ambiti in cui si è registrato un aumento dei casi di illegalità? "Anzitutto il settore sanitario. Nel 2020 sono state 105 le persone denunciate in Lombardia per avere venduto o importato presidi sanitari senza autorizzazione o in mancanza dei requisiti prescritti. Oppure per averli commercializzati a prezzi esorbitanti – soprattutto nella prima fase della pandemia – o avere tentato di frodare enti pubblici e strutture sanitarie. Le mascherine sequestrate in tutta la Lombardia lo scorso anno sono state 8 milioni. Dato che sale a 14 milioni da inizio pandemia a oggi". Il clima d’emergenza fa gola anche alla criminalità organizzata. "La nostra maggiore preoccupazione sono i rischi, da più parti segnalati, che la crisi economica generata dalla pandemia possa rappresentare una spinta ulteriore alle infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto produttivo. Per questo motivo abbiamo fatto leva su una più stretta sinergia con il nostro Servizio centrale d’investigazione sulla criminalità organizzata per monitorare, attraverso l’incrocio informatico di una serie di dati, i cambi avvenuti nella titolarità di imprese o partecipazioni durante il periodo pandemico. E abbiamo molto rafforzato l’attività investigativa, assegnando più risorse al Gico e alle Sezioni antiriciclaggio della regione". Con quali risultati? "I reparti lombardi nel 2020 hanno sequestrato patrimoni illeciti e aziende riconducibili ad ambienti criminali per un valore superiore di tre volte quello del 2019 e denunciato il 30 per cento in più di responsabili di reati di riciclaggio e autoriciclaggio. Inoltre diverse indagini hanno fatto luce sull’interesse della criminalità, mafiosa e non, a mettere le mani sui sussidi e sui sostegni approntati dal governo per contenere i danni economici causati dalla pandemia. Proprio la scorsa estate, nell’ambito dell’operazione “Habanero” del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Milano, è stata scoperta un’organizzazione criminale collegata alla ‘ndrangheta che aveva utilizzato una serie di società già coinvolte in un’ingente frode all’Iva per richiedere alle banche consistenti finanziamenti, attestando perdite di fatturato non veritiere, allo scopo di beneficiare della garanzia pubblica del Fondo centrale per le piccole e medie imprese". Anche i ristori sono finiti nel mirino. "Truffe riguardanti i contributi a fondo perduto e i sussidi disciplinati dai Decreti “Liquidità” e “Rilancio” sono state scoperte e segnalate dai reparti del Corpo nelle province di Brescia, Bergamo, Mantova, Como, oltre che nell’hinterland milanese, per un totale di 50 denunciati e oltre 1,5 milioni di euro di finanziamenti indebitamente percepiti o richiesti nel 2020. Questo nell’ambito di una più ampia azione di controllo sulla spesa pubblica, nazionale e comunitaria, che ha portato a scoprire casi di truffe per 55 milioni di euro a carico di 442 responsabili. Pari, rispettivamente, all’80 per cento in più e al doppio rispetto al 2019. Se i dati relativi al riciclaggio e ai patrimoni illeciti sequestrati sono aumentati, questo dovrebbe valere anche per le attività fonte di guadagno per i criminali". Ed è così? "I nostri dati confermano un aumento esponenziale del traffico di droga lo scorso anno: 11 le tonnellate di stupefacenti sequestrati dai reparti lombardi, vale a dire più del triplo del 2019. Anche nel contrabbando di tabacchi lavorati esteri si sono registrati sequestri pari al doppio dell’anno precedente, per 60 tonnellate. Pure il fenomeno dell’usura riporta un andamento crescente: 43 denunciati, con il sequestro di patrimoni in possesso di usurai per 9,2 milioni di euro; rispettivamente il 16% e il 117% in più sul 2019". A proposito di fisco, l’evasione durante la pandemia è aumentata. "La nostra azione durante la pandemia si è concentrata sulle forme più aggressive di evasione, maggiormente dannose per la libera concorrenza fra imprese già gravemente compromessa dall’emergenza sanitaria. Mi riferisco alle frodi mediante fatture false veicolate da società cartiere e di comodo, spesso per creare crediti fiscali fittizi da compensare con debiti tributari. Oppure poste in essere con cooperative fasulle che assumono lavoratori solo sulla carta, peraltro in condizioni di sostanziale sfruttamento, per evitare che i reali datori di lavoro versino i contributi previdenziali". Qualche numero? "I casi individuati nel 2020 in Lombardia sono 655, il doppio del 2019, con sequestri di patrimoni in danno di grandi evasori per oltre 180 milioni di euro, il 20% in più sull’annualità precedente, cui si aggiungono proposte di sequestro avanzate alle Procure per altri 670 milioni di euro. L’Iva evasa nel 2020 in Lombardia grazie a questo genere di frodi ammonta a 1,2 miliardi di euro, cioè il 38 per cento in più sul 2019".