Milano - Un auto che taglia la strada a un ciclomotore, un autocarro che tampona una bici, vetture che si scontrano tra loro dopo stop non rispettati, una moto urtata da una macchina che passa con il rosso. È una specie di campionario di orrori stradali quello che alimenta un’indagine della Procura chiusa da poco con ben 43 persone che a breve rischieranno il processo. Tra loro cittadini qualunque di età e sesso diversi come le loro occupazioni, ma anche tre avvocati e tre medici. Cosa li tiene nello stesso fascicolo processuale? Sono tutti con residenza campania, sospettati di aver messo a segno una serie di truffe ai danni dell’assicurazone Axa con sede legale a Milano attraverso una lunga teoria di falsi incidenti stradali in alcune località della loro regione, da Nocera Inferiore a Pagani, da Mercato San Severino a Sarno.
Tutti sinistri stradali regolarmete denunciati con successive richieste di indennizzo avanzate da avvocati che però - secondo l’accusa - sarebbbero stati perfettamente a conoscenza del fatto che quegli incidenti in relatà non erano mai avvenuti. Dunque una decina gli episodi di truffa contestati in relazione ad altrettanti finti scontri tra il 2018 e il 2020. Il meccanismo era fantasioso nei mezzi ma abbastanza obbligato nei modi. Il sinistro poteva essere stato provocato dall’auto o dal motorino guidato da persone distratte o poco abili alla guida. Certo nessuno però se la prendeva troppo e con pazienza e consapevole accettazione delle difficoltà e delle sorprese talvolta spiacevoli che la vita riserva, i protagonisti degli sfortunati episodi stradali firmavano congiuntamente le constatazioni amichevoli degli incidenti.
Il passo successivo era quello di allestire la documentazione medica che avrebbe consentito la veloce definizione della pratica assicurativa (e della truffa) alla compagnia Axa con la quale, ovviamente, i diversi proprietari di auto, moto, ciclomotori e autocarri avevano provveduto a stipulare ordinari contratti assicurativi. Ma se gli incidenti erano finti, i medici che firmavano i relativi certificati erano assolutamente veri anche se - stando all’accusa - del tutto complici. Sono tre i dottori coinvolti, stando all’indagine chiusa dal pm Maria Letizia Mocciaro. Uno di loro spesso in servizio, fra l’altro, presso un pronto soccorso ospedaliero. Un tocco di classe - da parte dei truffatori - sul fronte della credibilità dell’intero meccanismo truffaldino.
Una volta garantita la copertura “sanitaria“ ai falsi incidenti stradali, entravano in gioco i tre avvocati coinvolti. I quali - stando alla Procura - contattavano gli uffici milanesi della Axa chiedendo i ragionevoli indennizzi giustificati da spalle rotte, ginocchia colpite, menischi rotti, legamenti indeboliti. Insomma un intero catalogo di guai fisici prodotti da decine di automobilisti assicurati con Axa. Che alla fine, però, ha scoperto il trucco.