
"In commissione Affari Istituzionali si è parlato solo di tecnicalità legate alla privacy e al Garante: tutto superabile. Spero che in Consiglio regionale si possa finalmente parlare di politica, di cosa significherebbero le sottoscrizioni on line per le persone con disabilità, per gli anziani che vivono nelle Rsa, per chi ha la residenza in Lombardia ma per lavoro, studio o altro vive altrove e vorrebbe sostenere la partecipazione di una lista alle elezioni Regionali. Si tratta di allargare le possibilità di partecipazione della cittadinanza alla vita politica: nulla di ideologico, si tratta di diritti, di andare incontro ad una priorità, soprattutto in tempi in cui l’astensionismo è al 40%".
Così Barbara Bonvicini, membro della direzione nazionale dei Radicali, racconta quello che è successo ieri in commissione e quello che auspica succeda in Consiglio regionale a proposito degli emendamenti coi quali +Europa chiede di inserire nella riforma della legge elettorale lombarda la possibilità di raccogliere on line, tramite Spid, le firme necessarie alla presentazione di una lista alle Regionali. Una battaglia per la quale Michele Usuelli, consigliere lombardo di +Europa ha fatto sapere di volersi giocare il jolly: nessun contingentamento dei tempi degli interventi in aula con discussione di tutti gli emendamenti. Un modo per procrastinare il sì alla riforma e provare a convincere la maggioranza a dare alle firme digitali stessa dignità di quelle cartacee.
L’on line è una modalità di interazione consolidata in ogni ambito della quotidianità, non in politica. Eppure la Lombardia, nel 2018, in occasione del referendum sull’autonomia, fu la prima a sperimentare il voto elettronico. Ma non solo: "La Regione – fa sapere Bonvicini – ha provato più volte a lavorare ad una piattaforma di raccolta firme certificata attraverso lo Spid. Nel 2021 è stata votata una risoluzione che costituiva un gruppo di lavoro che valutasse la fattibilità di tale piattaforma per le proposte di legge di iniziativa popolare e per i referendum. Il gruppo di lavoro è in corso, se riuscissimo a chiudere gli impegni di quella risoluzione entro la legislatura avremmo una piattaforma di Regione Lombardia in grado di fornire un metodo di raccolta firme non solo cartacee. E che si potrebbe utilizzare anche per le firme per le liste elettorali. In commissione è andata male – ribadisce Bonvicini –, ora speriamo di convincere il Movimento 5 Stelle, che si è astenuto, a votare in Consiglio insieme a Pd, +Europa e Azione". Perché tanta resistenza della politica alla svolta digitale? "I partiti sono rimasti spaventati dalla velocità con la quale, l’anno scorso, si è raggiunto il numero di firme utile a indire i referendum su cannabis ed eutanasia. Si sono spaventati perché sono stati costretti ad esprimersi su temi dei quali non si vogliono occupare perché delicati, perché sensibili, e sui quali al loro interno non c’è un orientamento univoco. Eppure eutanasia e cannabis sono temi sentiti dai cittadini, come dimostrato dai referendum indetti anche grazie ad una chiavetta Usb consegnata alla Cassazione". Una chiavetta con tutte le firme del caso. Incluse quele digitali.
Giambattista Anastasio