ANDREA GIANNI
Cronaca

Fisco in affanno, mancano 750 dipendenti

La mobilitazione d i lavoratori e sindacati: "Il Governo parla di lotta all’evasione e ci lascia senza strumenti". Giornata di assemblee

La mobilitazione dei lavoratori delle agenzie fiscali

Milano, 23 gennaio 2020 - Sono in prima linea sul fronte del contrasto all’evasione fiscale, ma in perenne carenza di organico. In Lombardia, secondo i sindacati, a fine 2020 ci saranno 750 dipendenti delle agenzie fiscali in meno, per pensionamenti e trasferimenti. Solo a inizio 2021 entreranno in servizio circa 120 nuovi addetti, ma il rischio concreto è che "chiudano uffici non per risparmiare costi ma per carenza di personale". Oggi, nell’ambito della mobilitazione nazionale, i lavoratori dell’Agenzia delle Entrate e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli si riuniranno in assemblea con i sindacalisti Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Confsal Unsa e Flp. A Milano sono previsti blocchi delle attività tra le 10 e le 12.

«La mobilitazione - sottolinea Giorgio Dimauro, segretario della Cisl Fp milanese – è stata promossa per evidenziare la grave situazione in cui versano i lavoratori e gli uffici, a causa della cattiva organizzazione e dei tagli agli organici, che provocano anche un notevole aumento dei carichi di lavoro. Tutto ciò rischia di ricadere sul servizio, sulla capacità di risposta alle richieste dei contribuenti e sull’efficacia dell’azione a contrasto dell’evasione fiscale".

In Lombardia quasi il 50% delle Direzioni provinciali delle agenzie fiscali è gestito ad interim da titolari di altre direzioni. Poi c’è il capitolo della carenza di organico, con dipendenti che vanno in pensione anche per effetto di quota 100 che non vengono sostituiti. "In una situazione del genere – aggiunge Dimauro – diventa ancora più difficile la lotta contro i furbetti delle tasse. Se poi consideriamo che la riduzione del cuneo fiscale prevista dal Governo dovrebbe essere finanziata proprio dagli incassi legati al recupero dell’evasione, c’è da preoccuparsi. La politica dice di voler trovare e perseguire chi evade ma poi non mette il personale nelle condizioni di poterlo fare davvero". Sul tavolo questioni come la cattiva organizzazione del lavoro e della “macchina”, tagli del personale, mancata valorizzazione delle professionalità, riduzione delle risorse economiche. Tra le richieste anche l’utilizzo di "forma lavorative nuove come telelavoro e smart working", la "definizione di criteri trasparenti nell’assegnazione degli incarichi" e una "conferma della presenza degli uffici sul territorio come presidio di legalità".