ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Fiumi di alcol, binge drinking e sballo: il rito per un adolescente su quattro

Risultati choc del “Progetto Selfie“ su 20mila intervistati alle scuole superiori: "Le bevute sono poco dannose". Il 37% delle ragazze spende parte della paga in drink. E il 10% di chi finisce ubriaco all’ospedale è giovanissimo

Alcol tra giovani e giovanissimi (archivio)

Milano, 27 febbraio 2023 - Bere fino ad annullarsi. La "bulimia etilica" comincia prima di mezzanotte. Quando minorenni trascorrono qualche ora con una bottiglia in mano, anche di superalcolici, prima di scatenarsi in pista. Succede sulle panchine perlopiù: il binge drinking – il consumo smodato che determina ubriacatura – è infatti spesso una manifestazione di "strada". La legge 189 del 2012 ha imposto il divieto di somministrazione e vendita agli under 18. Ma la normativa non è riuscita a cancellare l’"abbuffata" alcolica fra i ragazzini. Il fenomeno si è trasferito dai locali ai luoghi pubblici. E si consuma direttamente dal bottiglione. In corso Lodi nei pressi della discoteca di via Massarani nella notte del weekend si scorgono ciurme di giovanissimi che bevono birra, vino, rum e amari "a canna". La stessa scena sui gradoni nei pressi della Darsena.

Perché acquistare da soli alcol è semplice in alcuni supermarket etnici (e non solo) che riempiono le loro vetrine con vino, vodka, whisky attirando un pubblico di ragazzini come falene, senza essere troppo fiscali sull’età degli avventori. Allarmanti sono i numeri che emergono dal “Progetto Selfie“, un’indagine del centro studi “Semi di Melo“ (in collaborazione con Casa del Giovane, Fondazione Exodus e università di Pavia) condotta su circa 20mila ragazzi fra i 14 e 18 anni che studiano in 107 istituti superiori di Milano, Pavia, Bergamo e Varese.

Secondo il report il 68% degli studenti ha fatto uso di alcool. Uno su quattro (il 24%) uno o due volte alla settimana, circa il 20% una o due volte al mese, quasi il 22% meno di una volta al mese, mentre per quasi il 2% il consumo è quotidiano. Il binge drinking è una pratica per un ragazzo su due: per il 12% circa uno o due volte al mese, quasi l’8% vi ricorre un giorno alla settimana e quasi il 3% più di una volta nell’arco dei sette giorni (circa il 27% "raramente").

A far riflettere le motivazioni del comportamento disfunzionale: il consumo di alcol non è più, come nel passato, determinato dall’imitazione dei coetanei (lo è solo per il 14% circa del campione). Dopo "il piacere" (quasi 30%) la causa principale per quasi il 26% è "l’esigenza di affrontare momenti difficili". L’alcol è considerato in media "poco dannoso" e solo il 10% degli intervistati interverrebbe "sempre" se un amico alza il gomito, contro il 15% di chi invece lo farebbe per le sigarette. Il demone dell’alcol conquista sempre più le femmine: il 37% delle ragazze spende parte della sua paghetta settimanale per alcol contro il 34% dei coetanei maschi.

Un fenomeno che in ambito nazionale si registra già nel 2020. Secondo il "Libro bianco" pubblicato lo scorso ottobre dal ministero della Salute sono 750mila gli adolescenti che hanno consumato alcolici nel 2020. "Le prevalenze dei consumatori a rischio fra i giovanissimi (11-17 anni) continuano a rimanere in linea con i dati degli ultimi anni. Per le femmine vi è una tendenza all’aumento delle consumatrici a rischio, che sono passate dal 16,9% nel 2019 al 18,8% nel 2020" si legge. I binge drinker minorenni sono 120.000. In 3.300, ubriachi fradici, sono finiti al pronto soccorso: il 10% circa dei 29.362 accessi per intossicazione alcolica.