Milano, 8 novembre 2020 - Il focolaio della porta accanto. Se i contagi a Milano continuano a preoccupare, per il trend in crescita e per la mole di pazienti che intasano gli ospedali, al punto che la provincia e il capoluogo da soli rappresentano il 38% dei positivi dell’intera regione, il problema meno vistoso (ma non meno insidioso) sono i piccoli cluster di contagio. Molti dei quali si annidano in piccoli borghi di provincia, dove le difficoltà delle strutture sanitarie nel tracciamento e nell’isolamento dei casi rendono più difficile stroncare sul nascere la catena di diffusione del virus. A trasmettere una fotografia nitida della situazione nella profonda provincia lombarda sono gli stessi dati regionali. Che per ciascun territorio evidenziano i comuni dove l’incidenza di casi Covid sulla popolazione è più alta. In questa poco invidiabile classifica, al 6 novembre, il centro dove si registra il rapporto più alto è la piccola Menconico, dove 358 abitanti vivono aggrappati ai saliscendi collinari della Valle Staffora, nell’Oltrepò Pavese. Qui, con 38 positivi il rapporto è superiore al 10 percento. La media nella provincia più esposta, quella di Milano, è del 2,77%.
Nella profonda bassa Cremonese, a due passi dal Po, Cingia de’ Botti, con 1.200 abitanti circa e 92 positivi, raggiunge il 7,54% di casi Covid sul totale dei residenti. Ma è ancora nel Pavese, ad Albonese, profonda Lomellina - sempre con 38 casi - dove è positivo il 7,17% dei 532 residenti. Staccati, ma non di molto, i 68 infettati di Morimondo, nel Milanese, dove il 6,27% della popolazione, 1.057 persone raccolte intorno a un’antica abbazia (e una casa di riposo) hanno contratto il virus. A volte sono proprio le case di riposo a fornire la chiave di comprensione della nascita di questi piccoli focolai. Centri abitati dotati di strutture dove il virus si è diffuso silenziosamente. È il caso di Concorezzo, in Brianza, con 508 casi e il 3,23% di positivi, su una media provinciale del 2,71%. I contagi della casa di riposo, qui, hanno inciso molto più dei trasporti o della movida. A volte, su una popolazione ridotta, il peso di 30 o 40 anziani malati in una Rsa può fare uscire di scala i dati di un piccolo Comune. Ma altri casi non si spiegano con la presenza di case di riposo, ma spesso solo per specifici e - in molti versi non prevedibili - focolai di carattere locale, spesso di natura familiare. Nell’elenco dei centri più colpiti dal virus in Lombardia, tuttavia, ci sono anche comuni di medie dimensioni dove non possono bastare piccoli focolai per fare salire l’incidenza. È il caso di Melegnano, seconda in provincia di Milano per positivi rispetto alla popolazione, con 686 casi, pari al 3,76%. Qui, una spiegazione precisa, a parte la vicinanza con l’ex zona rossa di Lodi e con Milano, non è ancora stata trovata.