REDAZIONE MILANO

Maugeri, Formigoni in aula per l'arringa difensiva: "Nessun furto ai malati lombardi"

Per l'ex governatore lombardo, imputato insieme ad altre 9 persone per associazione a delinquere e corruzione, i pm avevano chiesto una condanna a 9 anni di carcere

Roberto Formigoni in Tribunale a Milano

Milano, 16 maggio 2016 - Anche Roberto Formigoni, ex presidente della Regione Lombardia, in Tribunale a Milano per l'udienza del processo sulla Fondazione Maugeri di Pavia dedicata all'arringa difensiva dei suoi legali. Per l'ex governatore lombardo, imputato insieme ad altre 9 persone per associazione a delinquere e corruzione, i pm avevano chiesto una condanna a 9 anni di carcere. Stando all'accusa, Formigoni avrebbe favorito la Fondazione Maugeri di Pavia e l'ospedale San Raffaele di Milano con 200 milioni di euro di rimborsi per funzioni sanitarie non tariffabili stanziati attraverso una serie di delibere della giunta regionale lombarda. In cambio l'ex governatore avrebbe beneficiato di vacanze di lusso ai Caraibi, cene in ristoranti stellati, tre yacht messi a sua completa disposizione, finanziamenti per i meeting Cl di Rimini e altre "utilità" per un totale di 8 milioni di euro.

L'ARRINGA DIFENSIVA - "La pubblica accusa ha parlato di 70 milioni di euro rubati ai malati della Lombardia. E' una suggestione molto forte, ma non è assolutamente vero. Se anche c'è stato un furto accertato, questo non è stato perpetrato ai danni dei malati lombardi. Le eventuali parti offese sarebbero i soci e i creditori della Fondazione Maugeri, i malati non c'entrano". E' stato questo il tasto più battuto dall'avvocato Luigi Stortoni, difensore di Roberto Formigoni, durante la sua arringa difensiva. Il legale ha puntato il dito soprattutto sul modus operandi dei pm: "Questo processo - ha detto in aula - è stato tagliato dall'accusa sulla persona più che sui fatti. Tutte le indagini sono state focalizzate su Formigoni anziché sull'accertamento dei fatti". Perchè "la sanità lombarda è ottima, ai malati non è stato sottratto neanche un euro e le prestazioni sanitarie sono state sempre assicurate, anche se in quest'aula ne sono state dette di tutti i colori".

Nel corso dell'arringa, il difensore di Formigoni ha spiegato che nell'accusa di corruzione formulata dai pm "mancano sia gli atti illegittimi che il denaro e nemmeno le presunte utilità sono state trovate, anche perché si è trattato soltanto di cortesie".  Secondo il legale, infatti, è "ridicola" la tesi delle "utilità": "Mancano gli atti illegittimi, manca il pagamento di denaro o l'utilità ma soprattutto manca la relazione tra il versamento di denaro e l'atto contrario ai doveri d'ufficio, essenza fondamentale della corruzione". Quelle di Pierangelo Daccò non erano "utilità corruttive" destinate a Formigoni per spingerlo a favorire alcune strutture sanitarie, ma "cortesie interessate e accattivanti, con un misto di amicizia". "C'è un esibizionismo di Daccò - afferma Stortoni in un passaggio della sua arringa - che ci teneva e magari era anche contento quando sui giornali uscivano le foto del presidente che si tuffava dalla sua barca". 

FORMIGONI - "Tutti gli italiani sanno che, quando c'è una malattia grave, bisogna venire in Lombardia. La migliore smentita alle accuse è il parere di 50 milioni di italiani". Lo ha sottolineato l'ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, in una pausa dell'udienza del processo sulla Fondazione Maugeri di Pavia. Formigoni, presente oggi in aula, ha detto di essere rimasto particolarmente "colpito" dalle parole del pm Pedio che aveva definito i vertici della sanità lombarda come "i suonatori di violino sul Titanic" che "vanno in barca a bere champagne mentre la sanità lombarda affonda". La verità, ha messo in chiaro l'ex governatore lombardo, è che "noi abbiamo costruito la sanità migliore d'Italia, l'unica in pareggio di bilancio".