
Il violento temporale del 25 luglio 2023 provocò la caduta di migliaia di alberi in tutta la città
e Nicola Palma
Non ci fu disparità di trattamento nell’assegnazione dei fondi per riparare le scuole danneggiate dai nubifragi dell’estate 2023. Tradotto: la decisione della Regione di escludere Milano dall’elenco dei beneficiari "non ha oltrepassato i margini di opinabilità della scelta discrezionale della misura straordinaria di sostegno ai Comuni". Con questa motivazione, il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza con cui il Tar aveva accolto nel 2024 il ricorso di Palazzo Marino, ridando così piena legittimità alle due delibere dell’8 e del 25 agosto 2023 e ai successivi provvedimenti che hanno disposto il trasferimento dei contributi a 20 Comuni delle province di Bergamo, Brescia, Milano, Monza e Varese. Con quegli atti, la Regione ha stanziato 6,5 milioni per finanziare, con la formula della somma urgenza, "gli interventi di ripristino degli edifici scolastici per l’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, al fine di garantirne la sicurezza". Il primo agosto 2023, a poco più di un mese dal violentissimo temporale del 25 luglio, Palazzo Marino ha inoltrato una prima segnalazione sul sistema regionale Ra.S.Da. (Richiesta scheda danni), ma nessuno dei lavori è stato inserito nella sezione "Pronto intervento".
Tre settimane dopo, il Comune ha inviato le "schede intervento" per un importo di 13,5 milioni, "da cui non si evinceva però – si ricostruisce nei documenti – la presenza di esecuzioni sommamente urgenti, con “pronto intervento”, ma di interventi realizzati mediante la propria società partecipata MM spa sulla base di un contratto già stipulato e con le modalità nello stesso indicate". Dalla Regione non sono arrivati soldi. A quel punto, la Giunta Sala si è rivolta al Tar, contestando "l’illogicità" della misura e la "disparità di trattamento a detrimento di un’amministrazione che è stata più diligente ed efficiente". Detto altrimenti: siamo stati esclusi nonostante ci fossimo premurati di sottoscrivere a fine 2021 un contratto di manutenzione degli edifici scolastici "comprensivo delle attività imposte dall’urgenza". In primo grado, i giudici del Tribunale amministrativo hanno dato ragione al Comune. Ieri quel verdetto è stato cancellato dal Consiglio di Stato. Pur partendo dalla stessa condizione di danneggiati dal meteo, ha messo nero su bianco il collegio presieduto da Diego Sabatino, "non può desumersi una perfetta identità di situazioni tra il Comune di Milano e gli altri Comuni". Perché? I secondi hanno seguito "i criteri di finanziabilità degli interventi" previsti dalle delibere e realizzato "i lavori secondo le modalità della somma urgenza". Palazzo Marino, invece, "ha potuto avvalersi delle prestazioni eseguite da MM, affidataria della gestione integrata dei servizi di manutenzione ordinaria del patrimonio di edilizia scolastica". Per questo "non ha avuto la necessità di fare ricorso alle procedure in caso di somma urgenza e di protezione civile". Da qui le parole di Romano La Russa, assessore regionale alla Protezione civile: "Le polemiche pretestuose del centrosinistra, che ha presentato diverse mozioni in Consiglio regionale e accusato la Regione di poca trasparenza e faziosità nella distribuzione dei ristori, sono state smentite. La misura ci ha permesso di assegnare in tempi rapidi i ristori necessari per intervenire su scuole e asili, permettendo ai Comuni, soprattutto a quelli più piccoli, di tutelare la pubblica incolumità. Il Comune di Milano ha deciso di seguire un’altra strada, scelta lecita e anche immaginabile per un ente che ha una forza economica e contrattuale diversa da tanti altri piccoli centri".