Milano, 18 novembre 2024 – Milano, insieme alle altre principali metropoli italiane, entro il 2030, avrà la più grande “foresta invisibile" antismog ‘diffusa’ con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria grazie alle tecnologie fotocatalitiche. Questo progetto ‘rivoluzionario’, promosso da Reair, con sede proprio a Milano, e patrocinato da Green Building Council Italia e Fondazione Politecnico di Milano, avrà un’estensione complessiva (pur essendo in luoghi diversi) di 10 km², più dell’intero centro storico di Milano (9,7 km²), e sarà in grado di disgregare più di 2.000 tonnellate dei principali inquinanti al pari di 4,3 milioni di alberi.
Il rivestimento mangia smog
In pratica si tratta di ‘ricoprire’ superfici e vetrate di palazzi e grattacieli, scuole e quant’altro, con una patina (può essere trasparente o facente parte di vernici) contenente dei composti in grado “di abbattere le nocive emissioni di ossidi di azoto, ma anche composti organici volatili (VOC), polveri sottili (Pm 10; 2,5) e altri agenti patogeni nocivi che verrebbero trasformati in sottoprodotti innocui come sali, anidride carbonica e acqua”, come spiega Reair.
Secondo una stima realizzata da REair, azienda che si occupa di ricerca, sviluppo e produzione nel campo delle eco-tecnologie per la depurazione dell’aria esterna ed interna agli edifici che ha creato e brevettato il sistema eCoating, rivestimento trasparente che consentirà potenzialmente di realizzare queste ‘foreste invisibili’, trattando, entro il 2030, con i prodotti fotocatalitici, una superficie totale di 10 km², calcolata sulla base della densità degli edifici presenti all’interno delle aree urbane delle principali metropoli italiane, si otterrebbe un abbattimento di emissioni di NOx (ossidi di azoto) pari a 2.000 tonnellate l’anno.
Milano tra le città più inquinate d’Europa
A fronte dei dati forniti dall'European Environment Agency e rilanciati da Reair, per cui Milano risulta essere tra le 11 le città italiane nella lista delle 20 peggiori città europee per la qualità dell’aria, e nel rispetto dei criteri per uno sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda Onu 2030, istituzioni, imprese, mondo accademico e comunità scientifica, hanno formato un’alleanza con lo scopo di sfruttare lo skyline della metropoli dove far 'crescere', ma spalmare in questo caso sarebbe un termine più appropriato, una “foresta invisibile” che, appunto, non è verde e non è fatta di alberi, perché trattasi di un rivestimento delle superfici, ma che sarebbe in grado di ripulire l'aria (quasi) come madre natura.
Il progetto Reair
“Le superfici esterne di edifici come condomini, scuole e grattacieli, una volta trattate, saranno in grado di catturare gli agenti inquinanti convertendoli in residui non nocivi, riducendo quindi il loro impatto ambientale e garantendo anche spazi interni più salubri, senza incidere sui costi energetici” spiega Reair, l’azienda che produce questo composto in grado di ‘mangiare’ e ‘digerire’ lo smog. Si tratta di un rivestimento trasparente, nanotecnologico, 100% ecologico brevettato da REair che, attivato mediante la fotocatalisi, un processo di ossidazione che agisce su base fisica mediante la combinazione di luce e aria, continua nel tempo a decomporre proattivamente inquinanti presenti nell’aria come ossidi di azoto (NOx), polveri PM organiche e altri agenti patogeni nocivi, oltre a microorganismi che si possono formare sulle superfici, come muffe e funghi.
Città come ecosistemi viventi
“Grazie all’innovazione sviluppata da REair e al supporto di partner di rilievo nazionale e internazionale nel settore dell'edilizia e del facility management, stiamo rendendo possibile un nuovo approccio alla salubrità dell’aria e al benessere delle persone, sia all’interno che all’esterno degli edifici. La nostra tecnologia all’avanguardia si basa su una visione delle metropoli come foreste invisibili, un concetto che proietta le città verso un futuro più sostenibile e umano – afferma Raffaella Moro, ceo di REair – Questa tecnologia propone una visione urbanistica e architettonica innovativa in cui le facciate degli edifici non saranno più solo elementi passivi, ma si trasformeranno in strumenti attivi per promuovere il benessere e la salute, contribuendo a trasformare le città in ecosistemi viventi. L’obiettivo è quello di rendere democraticamente accessibile la sostenibilità, applicando su larga scala soluzioni che abbracciano salute, ambiente ed equità sociale, dal centro città alle periferie. Grazie a questa tecnologia, REair si impegna a costruire un futuro urbano in cui le città diventino luoghi più sani e sostenibili, offrendo benefici tangibili a livello ambientale e sociale”. Il progetto, presentato a Milano da REair, con il patrocinio di Green Building Council Italia e della Fondazione Politecnico di Milano e con il supporto dei partner Acrobatica, AXA IM Alts, Monte Rosa 91 e Acone Associati, è stato presentato oggi a margine di un convegno sul tema Liberi di respirare insieme dove si sono confrontati enti, università e imprese.
Effetti sul cambiamento climatico
Gli effetti benefici di questo trattamento mangia smog sarebbero non solo diretti sulla salute umana ma anche indiretti sul cambiamento climatico: “I recenti eventi calamitosi in Spagna ed in altre parti del mondo, i continui appelli della comunità scientifica sulle drammatiche conseguenze connesse ai cambiamenti climatici sull'ambiente e salute del pianeta, debbono far riflettere, anche in sede nazionale, sulle possibili azioni da intraprendere per arginare con urgenza il fenomeno”, spiega Walter Ricciardi, ordinario del Dipartimento di Scienze della vita e sanità pubblica presso l’Università Cattolica di Roma. Inoltre i nuovi edifici potrebbero già essere sostenibili e mangia smog sin dalla nascita. Interessato anche il Politecnico di Milano che ha dato vita al progetto JRP (Joint Research Project), un’iniziativa che si propone di ripensare l’architettura ospedaliera e l’organizzazione degli spazi sanitari, con un’attenzione particolare alla salubrità e all’efficienza degli ambienti
Skyway Monte Bianco e il murale ‘Respiro’ a Milano
Il prodotto, frutto di innovazione tecnologica di Reair, ha trovato una prima applicazione, la scorsa estate, sullo Skyway Monte Bianco, come testimoniato da Martina Pegazzano, Investor Relator & ESG Manager di Acrobatica. Grazie ai lavori di pulizia e manutenzione eseguiti con l’innovativo brevetto eCoating di REair sugli oltre 600 mq di superficie outdoor tra il Pavillon (a 2.173 m) e Punta Helbronner (a 3.466 m), sarà possibile abbattere fino a 59 kg di ossidi di azoto (NOx) l’anno, che equivalgono alla piantumazione di un bosco invisibile pari a 142 alberi a foglia decidua, senza però le ‘interruzioni’ stagionali di quando, questi alberi ipotetici, perdono le foglie in autunno e inverno. Tra le altre applicazioni quella sulle grandi affissioni pubblicitarie: Acone Associati nel corso del 2024 ha trattato con prodotti Reair quasi 24.000 mq di teli architettonici in Pvc, attivando una reazione equivalente a quella ricavabile dalla piantumazione di circa 6.080 alberi di città, contribuendo ad abbattere circa 2.530 kg di ossidi di azoto (NOx) per anno, corrispondenti alle emissioni annue di 3.520 automobili Euro6 a benzina. Più simbolico in termini di grandi numeri ma non meno importante sotto il profilo culturale ed artistico l’inaugurazione a Milano, lo scorso ottobre 2024, del murale ‘Respiro’ dell’artista Gianluca Patti con vernici catalitiche a firma Reair. L’opera, di 4,3x4,3 metri quadrati, mangia lo smog come cinque nuovi alberi.