
Valentina Esposito, regista della Compagnia Fort Apache
Milano – Il Mercoledì delle Ceneri ha aperto quest’anno le porte alla Quaresima il 5 marzo. Al Teatro Oscar di via Lattanzio a Milano, in scena fino a domani domenica 30 marzo lo spettacolo ‘Mercoledì delle Ceneri’ apre le porte del carcere.
All’autrice e regista Valentina Esposito non chiediamo i nomi di tutti gli attori. Invece, perché questa sua Compagnia Fort Apache è unica?
“Non si ferma alle porte blindate. È l’unica in Italia e in Europa formata da attori ex-detenuti e detenuti in semilibertà, affidamento ai servizi sociali, o in centri di prevenzione alla tossicodipendenza, detenzione domiciliare, etc., che portano il teatro nel sociale. Lasciandosi il carcere alle spalle”.
Con successo?
“Positivo, il bilancio ormai decennale. Fort Apache Cinema Teatro nasce nel gennaio 2014, a Rebibbia. E dentro e fuori le varie carceri italiane io mi muovo per farne un’esperienza di formazione e specializzazione nelle arti dello spettacolo. Propedeutica al reinserimento lavorativo”.
Un nome lo facciamo: Marcello Fonte, Palma d’oro a Cannes nel 2018 come attore protagonista del film ‘Dogman’ di Matteo Garrone, proviene da Fort Apache.
“Sì, i nostri spettacoli sono in un certo senso “provini“ cui invitiamo i maestri a testare attitudini e capacità di aspiranti ad andare davanti alla macchina da presa. Bravi, mossi dalla forza della disperazione”.
La rinascita è nella simbologia delle Ceneri: monito a noi fragili peccatori, ma sempre amati da Dio. Lo spettacolo però ha come cornice il Martedì Grasso. Perché?
“Giorno, per tradizione, di sfilate e carri carnevaleschi. Quando in un imprecisato paese della provincia italiana le pupazze date alle fiamme disvelano una feroce comunità”.
Rito un po’ pagano e un po’ cristiano, molto diffuso.
“Certo, quello della pupazza dalle forme prosperose, riempita di mortaretti, che si brucia, dopo aver ballato. Nel paese dove avviene la mia storia, però, una ragazza era morta davvero per violenza, un Martedì Grasso”.
Storia di tutti i giorni, la violenza di genere.
“Infatti, lungo le strade, dentro le case e le famiglie, avviene con una frequenza che ci ha assuefatto. Leggiamo sui giornali, e dimentichiamo. A impressionarmi sono stati i numeri delle ragazze vittime, dalle quali, lavorando insieme, ho raccolto confessioni e racconti”.
Sicura, la tournée. Intanto, il debutto all’Oscar (ex-teatro dell’oratorio della vicina chiesa parrocchiale) non potrebbe essere più opportuno...
“Dagli esordi della tragedia greca, secoli fa, nel contesto delle feste dedicate a Dionisio, dio del vino e della vitalità, a teatro si può ancora andare per purificarsi. Tanto più in un cammino verso l’esplosione di gioia della Pasqua”.