Alla prima della Scala di russo c'è fondamentalmente l'opera. Il foyer è una passerella di borghesia milanese e Made in Italy, soprattutto Armani che veste una quantità di signori e signore a cominciare dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Che è in blu notte, molto più scuro del blu indossato pure dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen (entrambe con bagliori), mentre nel colpo d'occhio generale comanda il nero, elegantissimo.
Armani veste anche le due che fanno girare ogni testa, e non sono starlette ma attrici: in nero Alessandra Mastronardi in un lungo velluto scollatissimo, pettinatura un po' anni '30, e Rocio Muñoz Morales in jumpsuit con una spettacolare cappa di perle che le scendono sulle spalle (ma purtroppo senza Raoul Bova, almeno negli immediati paraggi); in rosa cipria Sonia Bergamasco con il marito Fabrizio Gifuni.
Nella pattuglia attoriale, anch'essa rigorosamente Made in Italy, c'è anche Stefano Accorsi, con la compagna Bianca Vitali (anche lei in nero), e trova un minuto per augurarsi che una così grande attenzione istituzionale alla cultura si rifletta anche in sede di legge di bilancio. In effetti il palco reale non è mai stato così affollato (con von der Leyen sia il premier Meloni col compagno Andrea Giambruno che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con la figlia Laura, e inoltre il presidente del Senato Ignazio La Russa con la moglie, il sindaco Beppe Sala con la compagna Chiara Bazoli, il presidente della Regione Attilio Fontana con la figlia Maria Cristina), tanto che i quattro ministri quattro presenti (Casellati alle Riforme, Bernini all'università, Sangiuliano alla Cultura e Urso a Impresa e Made in Italy, ovviamente) non vi trovano posto. Una presenza istituzionale che impressiona anche un foyer impregnato di borghesia milanese, di quella alla quale secondo la regista Andrée Ruth Shammah non ha molto senso tirare uova perché "qui dentro la maggior parte vota a sinistra".