Milano – Il gelato con gli amici, la croce egizia tatuata sull’indice della mano destra e la stellina con la scritta "See you" che faceva capolino dal bicipite sinistro, i messaggi di auguri per l’ultimo compleanno. E poi l’amore per la Svezia, le pagine sottolineate in neretto e la passione sconfinata per il suo lavoro: "Io sono ogni scintillante libro che leggo".

Tutto il mondo di Francesca nelle sue foto su Instagram. Un mondo colorato, aperto e sorridente, spazzato via per sempre qualche minuto prima delle 10 di ieri, all’incrocio tra viale Caldara e piazza Medaglie d’oro: la bici vintage da corsa della ventottenne di origini bolognesi è stata risucchiata in un attimo dal camion di un’impresa di costruzioni; la donna ha tentato disperatamente di avvisare il conducente, dando alcuni colpi alla fiancata sinistra, ma pure lei, come Veronica D’Incà, Cristina Scozia, Tianjiao Li e Alfina D’Amato, è rimasta intrappolata senza scampo nell’angolo cieco dello specchietto retrovisore.
L’autista è ripartito al verde, trascinando il corpo di Francesca per una decina di metri, prima di essere fermato dalle urla e dai gesti di alcuni passanti: "Era disperato, si è fermato con le mani sulla testa e non ha più parlato – racconta una donna che ha assistito alla scena –. È rimasto nel camion per diversi minuti: non ce la faceva a scendere".
Il cinquantaquattrenne verrà indagato per omicidio stradale, in vista dell’autopsia sul corpo della ventottenne; l’autocarro e la bici sono stati sequestrati dagli agenti del Radiomobile della polizia locale, che li analizzeranno per individuare anche il punto d’impatto. La telecamera comunale a presidio dell’incrocio è di quelle "brandeggianti", che ruotano a intervalli regolari per coprire più spazio possibile: in quel momento, puntava dalla parte opposta; al setaccio pure i filmati degli occhi elettronici privati, di una banca e di una pasticceria per fare luce sulla tragica fine di Francesca.
Francesca aveva scelto Milano dopo la laurea alla Ca’ Foscari in Lingue e letterature scandinave e la specializzazione tra l’Università di Uppsala e la Statale; che lavorava per il magazine "Mulieris" e organizzava laboratori di scrittura all’Ortica. Francesca che ieri sera è stata ricordata alle 19 dalla comunità ciclistica milanese in viale Caldara. "Ci sentiamo rabbiosi e impotenti", commenta Alberto Gianera, ciclista milanese. Bene l’obbligo dei sensori disposto dal Comune ma è un processo troppo lento (dal 1° ottobre il divieto d’ingresso in area B ai mezzi di peso non inferiore a 5 tonnellate, senza sensori, ndr ) e intanto si muore. “Città delle persone“, che racchiude varie realtà, ha scritto una lettera aperta al Comune firmata da oltre 4mila persone per chiedere misure urgenti per la sicurezza. Basta morti sulle strade".