MARIA GRAZIA LEPORATI
Cronaca

Francesco Petrarca: il primo umanista e il ritorno alla grandezza classica

Nel cuore di un’Europa in trasformazione lo studioso diede vita a un nuovo modo di pensare.

L’umanesimo di Francesco Petrarca è nato nel cuore del XVI secolo, un periodo in cui il mondo stava cambiando. Petrarca, nato nel 1304 ad Arezzo, visse in un’epoca di grandi trasformazioni. L’Europa stava uscendo dalla crisi del Medioevo, emergenze che avevano dominato per secoli, specialmente quelle legate alla Chiesa e alla fede religiosa, stavano cominciando a vacillare. In questo contesto di incertezze, Petrarca iniziò a guardare al passato, a un’epoca che sembrava più equilibrata: l’antichità classica.

Affascinato dalla grandezza della cultura latina, Petrarca iniziò e a studiare i testi di autori come Cicerone, Virgilio e Seneca, che per lui rappresentavano modelli di virtù, di riflessione e di bellezza. Non solo voleva recuperare quei testi, ma anche correggerli e diffonderli, diventando uno dei primi veri “umanisti”.

Ma il suo umanesimo non era solo un amore per i classici: attraverso lo studio dei testi antichi, Petrarca cercava di rispondere ai dilemmi della vita umana, riflettendo sulla condizione dell’individuo, sul significato della vita e sull’importanza della libertà di pensiero. Petrarca, insomma, voleva più di una semplice riscoperta del passato. La sua opera segnò un passo importante verso un nuovo modo di pensare, più centrato sull’uomo e sulla sua capacità di riflessione.