Milano, 28 novembre 2024 – Francobollo-tributo a Sergio Ramelli, il giovane militante del Fronte della Gioventù morto dopo essere stato aggredito da un gruppo di extraparlamentari dell’aria dell’Autonomia, l’Anpi va all’attacco. Nella polemica dell’associazione che tutela la memoria della Resistenza e dei partigiani, però, spunta una svista storica.
La contestazione (con errore)
A Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale di Anpi, non va giù la decisione del ministero delle Imprese (guidato da Adolfo Urso, esponente di spicco di Fratelli d’Italia, con un passato nell’Msi) di dedicare un francobollo allo studente di destra aggredito a colpi di chiave inglese a Milano nel 1975 e morto dopo 47 giorni di agonia.
Per motivare il suo dissenso Pagliarulo sostiene che “per le stragi del 1974 di Piazza della Loggia o del treno Italicus, non è stato fatto alcun francobollo". Un'affermazione che in realtà non corrisponde al vero perché per le due stragi sono stati emessi francobolli commemorativi nel 2024, appunto in occasione del 50esimo anniversario.
Ma Pagliarulo tira dritto
"Lo ignoravo", si limita a replicare Pagliarulo. Che non rinuncia però a parlare di strumentalizzazione. "Non è mai stato fatto alcun francobollo per le centinaia di ragazze e di ragazzi uccisi dai fascisti in quel decennio. E nel momento in cui si sceglie una sola persona, per di più di quella parte, si fa una palese scelta politica - dice all'Adnkronos - Qui non è in discussione la gravità dell'evento, cioè l'assassinio efferato di Ramelli. È in discussione la strumentalizzazione di quella morte, un tentativo di ridisegnare gli anni Settanta in un modo che non corrisponde alla realtà".
Insomma, secondo il numero uno dell'Anpi, "non ha senso fare un francobollo su Sergio Ramelli, su cui è stato istituito una sorta di culto neofascista, in mancanza di iniziativa 'di memoria postale' rispetto ad altri eventi gravissimi che sono avvenuti in quella fase storica come per esempio le grandi stragi che oggi sono rimosse, a cominciare da piazza Fontana fino a Bologna, con in mezzo Brescia, l'Italicus e tante altre".