BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Trezzo, fratelli al lavoro in officina dal 1954: “È stata dura, ma siamo ancora qui”

Mario ha 94 anni, Riccardo 85. Gestiscono il garage Lecchi insieme ai due figli del primo

Trezzo, Mario ha 94 anni, Riccardo 85. Gestiscono il garage Lecchi insieme ai due figli del primo

Trezzo, Mario ha 94 anni, Riccardo 85. Gestiscono il garage Lecchi insieme ai due figli del primo

Le scansie e il bancone intagliati da papà Giuseppe Edoardo, falegname. Tutto di olmo per Mario e Riccardo, i figli che con il boom economico hanno aperto l’Officina Lecchi a Trezzo, che adesso festeggia 70 anni di vita. Il maggiore, classe 1930, ha 94 primavere sulle spalle, il minore 85, ma non c’è giorno che non alzino la saracinesca in via Galli 3. È lì che il primo gennaio 1954 cominciò una delle avventure imprenditoriali a guida familiare più riuscite di Trezzo, grazie al fiuto e al lavoro dei suoi protagonisti. Insieme hanno superato momenti difficili e cambiamenti fino ad arrivare all’ultimo salto incerto dell’automotive: l’elettrico. Ma questa è cronaca, non storia. Dietro una macchina, c’è sempre un meccanico. E loro hanno interpretato la professione con amore e rigore.

È così che Mario alza il cofano della jeep della Seconda Guerra Mondiale che comprò per il soccorso stradale. "Ci abbiamo messo due anni a sistemarla", racconta con gli occhi che brillano. Accanto a lui, i figli Marcello e Gianluca che hanno seguito le orme del padre e dello zio, la nuova generazione che ha raccolto il testimone. "Siamo cresciuti a pane e motori, non avremmo potuto fare altro", dicono sorridendo. "L’officina è nata con la televisione, quando il primo italiano salì in cima al K2, e siamo ancora qui", aggiungono soddisfatti i due fratelli.

Non sono state tutte rose e fiori. Lo tsunami della crisi del 2008, che ha colpito anche il garage incastonato in un filare di villette, e i due anni di Covid sono stati gli snodi più difficili. "Il trucco è accumulare quando si può. È solo grazie al fieno in cascina che siamo riusciti a superare le difficoltà. Nei momenti bui si deve attingere ai risparmi", spiega Mario. Un’epopea destinata a finire: "Il nostro mestiere, come l’abbiamo vissuto noi, va scomparendo: le piccole officine vengono mangiate dalle grandi case, nessuno più oggi si sognerebbe di mettersi in proprio: troppi costi". Tempi duri anche anche per i clienti. "Soldi in giro ce ne sono pochi, sono lontani i fasti degli anni Ottanta, quando tutti avevano più denaro in tasca, ma non solo: c’era anche più speranza".

Casa e bottega, i Lecchi hanno interpretato il più classico copione della piccola azienda lombarda. L’attività si è alzata fino a ospitare la famiglia, ai fornelli Emilia, moglie di Mario, prepara il pranzo per tutti. L’atmosfera retrò custodisce senz’altro il segreto del successo. E poi, che educazione. Merce rara. Giù il cappello per il traguardo.