Milano, 28 febbraio 2018 - Personale dell'Agenzia delle entrate e militari della Guardia di finanza di Milano hanno scoperto un giro di fatture false per 30 milioni di euro che coinvolgeva anche imprese, italiane ed europee, fornitrici di varie pubbliche amministrazioni. Si tratta di società che rifornivano, appunto, diverse amministrazioni pubbliche, tra cui la Guardia di Finanza di Milano, la Provincia di Brescia, il Comune di Torino, il Comune di Bergamo, il Comune di Legnano, il Comune di Asti, le Asl di Sanremo, Genova 3, Torino 3, Torino 4, Vercelli, Asti, Mantova e Alessandria, oltre alle aziende ospedaliere di Novara e Alessandria e al Policlinico Umberto I di Roma e la stessa Agenzia delle Entrate.
L'attività di indagine ha preso le mosse da controlli mirati dell'Agenzia delle entrate nei confronti di imprese abilitate al Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (Me.P.A.), nel settore della fornitura di carta e prodotti per ufficio. Si tratta di società che rifornivano, soprattutto, diverse amministrazioni pubbliche, tra cui la Guardia di finanza di Milano, varie Aziende sanitarie locali, alcuni Comuni lombardi e piemontesi e la stessa Agenzia delle entrate. Le attività di verifica sono state eseguite con il coordinamento della Procura di Milano, anche attraverso perquisizioni e sequestri di documenti. Coinvolte 13 imprese italiane, ma anche cinque aziende operanti in Francia, Spagna, Belgio, Austria e Germania; 14 le persone indagate. I controlli hanno svelato un sistema di evasione dell'Iva, con la conseguente alterazione del normale funzionamento del mercato e delle regole della concorrenza.
Nel corso delle analisi svolte congiuntamente dalla Guardia di Finanza e dall'Agenzia delle entrate, sono state individuate 10 società che hanno ricoperto il ruolo di 'missing traders', ossia di società fantasma interposte tra i fornitori comunitari ed i reali acquirenti della merce. L'ideatore della frode, un 39enne di Monza, poneva a capo delle compagini fittizie diversi prestanome, sprovvisti di qualsiasi conoscenza dei meccanismi aziendali, alcuni dei quali già gravati da pregiudizi in campo penale tributario. La creazione di questi sodalizi era finalizzata a emettere fatture per operazioni soggettivamente inesistenti nei confronti di tre società, reali beneficiarie della frode, le quali si sono avvalse consapevolmente di un giro di false fatture per un imponibile di 30 milioni di euro. L'importo complessivo dell'Iva evasa dal 2010 al 2015 è di circa 14 milioni di euro.