MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Rivolta, fuga e danni al carcere Beccaria: evaso un altro detenuto

Milano, il ragazzo stava per entrare in una comunità del Bresciano quando è riuscito a divincolarsi e scappare. Sala attacca il Governo

«Sembra senza fine la “maledizione” del Beccaria: un detenuto del carcere è evaso da una comunità del Bresciano". Lo ha fatto sapere il Sappe, Sindacato autonomo polizia penitenziaria, in una nota, ieri sera. Non c’è pace per il carcere minorile di via Calchi Taeggi, di nuovo nell’occhio del ciclone a neanche 24 ore di distanza dalla rivolta di detenuti: una cinquantina di ragazzi, mercoledì pomeriggio, si è barricati in un’ala del penitenziario dopo un’ispezione antidroga. La situazione è tornata alla normalità solo dopo tre ore e l’intervento massiccio della polizia di Stato in tenuta antisommossa. Nessuno è rimasto ferito ma il bilancio il giorno dopo è di lastre rovinate, vetri rotti, persino un lavandino divelto.

"Hanno devastato tutto ciò che potevano devastare" è il commento di alcuni addetti ai lavori. L’impressione è che i ragazzi abbiano completato l’opera di devastazione iniziata lo scorso 6 maggio, cominciata quando uno dei giovanissimi reclusi aveva appiccato il fuoco, incendiando un materasso. In pochi secondi, il fumo sprigionato aveva invaso un’intera ala, rendendo necessaria l’evacuazione di 67 detenuti e il collocamento provvisorio in una zona comune. Da lì, il caos, con alcuni detenuti (almeno 13 secondo le prime ricostruzioni) che avevano approfittato del trambusto per spaccare i vetri delle porte di chiusura dei corridoi. Mercoledì, “secondo round“: un ragazzo sarebbe stato trovato in possesso di alcune dosi di stupefacente e mandato in isolamento. Da qui i malumori degli altri reclusi, che poi sono sfociati nella rivolta. Una cinquantina di detenuti, dopo le 15, sono usciti dalle salette comuni e dalle camere di pernottamento asserragliandosi dentro la struttura e impedendo l’accesso agli agenti di polizia penitenziaria. Pugni e calci agli arredi e ai blindi (le porte con apertura in alto, a corredo dell’infisso con le sbarre verticali) hanno causato i primi danni.

Poi, stando a quanto risulta al Giorno, i ragazzi sono stati spostati nell’ala di solito destinata all’isolamento, e lì qualcuno avrebbe divelto un lavandino causando anche l’allagamento di quel settore. Ora i ragazzi rimasti sono in una situazione precaria, più di prima. E ieri hanno ricevuto la visita del magistrato di sorveglianza del Tribunale per i minorenni, Ciro Iacomino. Altri invece sono stati trasferiti altrove, e uno è riuscito ad evadere secondo quanto riferisce il Sappe. "La maledizione senza fine". Il ragazzo "era stato inviato in una comunità del Bresciano, insieme ad altri detenuti, ma ha colto l’attimo per fuggire prima di entrare nella struttura", si legge nella nota inviata dal sindacato. "Le condizioni lavorative del personale di polizia penitenziaria del Beccaria sono ormai al collasso. Turni estenuanti e mancanza di risorse disponibili stanno letteralmente minando lo stato psicofisico di tutto il personale", spiega Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia del Sappe. "I tre detenuti erano stati portati in questa comunità del Bresciano da tre agenti di scorta ma uno dei tre è riuscito a scappare prima di entrare nella struttura. Subito è stato dato l’allarme ma non si è riusciti al momento a riprendere l’evaso. Ora è prioritario catturarlo".

Ieri, intanto, dopo la rivolta, il sindaco Giuseppe Sala ha lanciato l’appello al governo a intervenire "necessariamente" sulla situazione dell’istituto per minori, "abbandonato" ormai da troppi anni. Secondo Sala, uno degli aspetti più critici al Beccaria è relativo alla presenza delle educatrici. "Una parte dei consiglieri comunali dice di metterci più educatrici, se ci sono le condizioni di sicurezza. Io invito i consiglieri di andarci anche un po’ loro perché oggi la situazione lì è complessa. Sono le nostre educatrici che, e io le capisco, hanno difficoltà oggi a starci". Il Comune, dagli anni ’90, invia spontaneamente 6 educatrici, in un’ottica di collaborazione con il ministero. E, a meno di 24 ore dalla rivolta, il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria ha presentato il Gio, il nuovo gruppo che "entro fine anno", ha annunciato Andrea Delmastro delle Vedove, sottosegretario di Stato alla Giustizia con delega alla polizia penitenziaria, prenderà il via in tutte le regioni d’Italia. Si tratta di una task-force che, a regime, potrà contare su 270 agenti distribuiti in tutte le regioni d’Italia in grado di intervenire in caso di necessità entro un’ora dalla richiesta della direzione di qualsiasi carcere.